Comunicazione tecnologica e professionale: il Vaticano è 2.0

Ospite dell'Università dell'Insubria, Monsignor Dario Edoardo Viganò ha spiegato come e perché sta cambiando la comunicazione pontificia

monsignor Dario Viganò

«Non dobbiamo vendere nulla, dobbiamo essere professionali e tecnologici e saper far arrivare il nostro messaggio» . Con l’arrivo di Papà Francesco anche la Comunicazione del Vaticano sta conoscendo un nuovo modello. Una vita 2.0. 
Ospite dell’Università dell’Insubria e di Katia Visconti, Docente di Storia e media, Università degli Studi dell’Insubria, Monsignor Dario Eduardo Viganò ha presentato la nuova linea comunicativa dello Stato Pontificio.

Con un’iniziativa personale, lo stesso Pontefice ha voluto unificare sotto una stessa regia tutto il complesso sistema vaticano che conta su 9 diversi organiSala Stampa, Osservatore Romano, Centro Televisivo Vaticano, Radio Vaticana, Ufficio internet oltre a differenti aggregatori: « l’innovazione principale è stata di tipo tecnologico– ha spiegato monsignor Dario Viganó a cui è stata affidata la responsabilità del sistema e la direzione della TV – il processo di integrazione e è appena iniziato ed è complesso. L’arrivo sarà quello di avere media che manterranno la propria specificità ma in modo integrato trasformando gli attuali aggregatori in siti i formativi. Magari alcuni attuali organi di comunicazione cambieranno o si modificheranno grazie a questa nuova integrazione».

Tra i cambiamenti introdotti, l’innovativo utilizzo della TV dello Stato pontificio, prima usata solo come funzionale alle trasmissioni Rai e oggi sempre più specializzata nell’immagine e nel messaggio papale, a disposizione di tutti i paesi che ne vogliono prendere il segnale adattandolo poi con i propri modelli ( la Rai porta due telecamere sue per personalizzare le trasmissioni del Vaticano).

L’efficacia della comunicazione era stata sentita come esigenza già durante il conclave per l’elezione di Papa Francesco. Un modello complesso e flessibile per essere in grado di rilanciare sempre il messaggio di Papà Francesco le cui capacità dialettiche ai sono successivamente rivelate già di per se stesse dirompenti: «molti non credenti sono attirati dal Santo Padre e questo dovrebbe far riflettere soprattutto chi crede. La forza del suo messaggio é di inclusione. É un grande comunicatore e ha  un grande fiuto perché i suoi racconti colpiscono sempre il segno lasciando un ricordo».

L’arrivo di Monsignor Vigano alla guida della TV pontificia è coincisa, più o meno, con le dimissione di Benedetto XVI: « Mi trovai a dover gestire un evento di portata mondiale mentre ancora stavo conoscendo il mezzo che mi era stato affidato» ha ricordato l’ospite. Un esordio delicato che è poi proseguito in crescendo con la cura della nuova era di Papa Francesco, un papa innovativo e carismatico che costringe a seguirlo, impossibile da  “imbrigliare”.

A pochi giorni dall’apertura del giubileo, Monsignor Vigano non si dice preoccupato dalle tensioni internazionali: « Si tratta di un eccesso di preoccupazione. È vero che la complessità internazionale esiste e che ci sono in giro degli elementi pazzi che possono inaspettatamente colpire. Ma ritengo  che, in questo momento, i più penalizzati da questa campagna di paura siano gli islamici che vedono la propria religione maltrattata. Inoltre penso che le ferite portate al cuore dell’Europa siano anche frutto di una certa impreparazione: se l’Europa avesse agito con maggior coralità e condivisione, non sarebbero accaduti simili  tragici fatti».

Ritornando alla comunicazione del vaticano, Monsignor Vigano ha una certezza: «Il futuro è tecnologico – ha concluso Vigano – dobbiamo esserci per poter amministrare la complessità dei flussi comunicativi».

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Pubblicato il 10 Dicembre 2015
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