Da bar a museo di storia naturale: come vedere 3000 farfalle mentre si beve il caffè

Oltre i luoghi comuni dei bar: in via Magenta non si parla solo di donne e motori, ma si può ammirare una mostra naturalistica di pregio.Ma solo sabato 19 e domenica 20

Busto generiche

In un bar non si parla solo di donne, calcio e motori: e per dimostrare l’utilità sociale di questi locali, che sono senza dubbio fonte di aggregazione in comuni, città e paesi, ma non sono noti per la loro valenza culturale, a Busto Arsizio hanno deciso di organizzare una mostra naturalistica.

Avverrà il 19 e il 20 dicembre nel Bar Freetime di Busto Arsizio, in via Magenta 59, zona Sacconago: «Per un weekend vogliamo che il nostro bar sia un ambiente dove si potra’ anche ammirare e parlare di qualcosa di diverso e penso anche di istruttivo – spiega Paolo Naluzzo, collezionista, collaboratore da decenni con il parco del Ticino e marito della titolare del Bar, Marialivia Bassignani – Aprendo le porte in questa occasione anche ai bambini, che oggi hanno assolutamente bisogno di conoscere la natura che li circonda e piu’ precisamente il fantastico e misterioso mondo degli insetti».

L’evento, che era già proposto due anni fa, verrà replicato con una esposizione piu sostanziosa e varia. Oltre alle farfalle diurne, che saranno in netta prevalenza (ne sono previsti ben 3000 esemplari) sono esposti nella “mostra al bar” anche altri insetti di vari generi: dalle falene alle libellule, dalle cavallette ai coleotteri, «Grazie alla collaborazione di Enrico Mermet, entomologo di Varese e Giorgio Restelli di Castellanza» spiega Paolo.

Per gli amanti della fotografia naturalistica, e piu precisamente del cosiddetto butterflywatching, saranno poi esposte anche circa 80 fotografie di grandi dimensioni realizzate in “macro” di tutte le specie censite nel Parco naturale del Ticino, grazie alla collaborazione ormai ventennale tra l’ente parco, Naluzzo e il fotografo Marco Signorelli. «Le farfalle esposte sono il frutto di un lavoro ultratrentennale fatto di studi e ricerche nonche’ di una meticolosa preparazione e di una difficile classificazione degli esemplari raccolti».

I materiali della mostra, oltre ad aver contribuito per un lavoro con la regione Lombardia sulla biodiversita’,sono stati in forme varie esposti in varie e prestigiose altre sedi nel territorio: tra le altre a Villa Pomini di Castellanza e nella sede del Parco Ticino, all’ ex Caserma Austro-Ungarica di Tornavento.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Dicembre 2015
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