Il palloncino da Gallarate arriva in Ungheria

Era uno dei gadget per salutare il lancio del progetto Filo di Perle, ha volato per mille chilometri, fino a una città che - curioso - ha un sottile, antico legame con la nostra provincia

palloncino filo di perle

Il palloncino partito da Gallarate vola per milla di chilometri e atterra in Ungheria, nella grande pianura che va verso l’Ucraina.

Il palloncino è “partito” domenica scorsa da Gallarate, era uno dei tanti gonfiati per l’evento inaugurale della rete della cultura “Filo di perle”, lanciata da poche settimane, che coinvolge molte associazioni cittadine. Più che il viaggio, in realtà è curioso che il palloncino abbia trovato qualcuno che ne ha raccontato la storia: un signore ungherese che si è armato di buona volontà, ha cercato il sito del progetto Filo di Perle e ha scritto una mail. «Abbiamo trovato il vostro palloncino in Ungheria, vicino a Veszprem, che è il capoluogo della provincia di Veszprem, questa mattina alle 10» è il messaggio arrivato ai coordinatori della rete gallaratese. Palloncino intatto, come testimoniato dalla foto.

Quasi un migliaio di chilometri di viaggio, in meno di due giorni, fino al lago Balaton e ai margini della pianura pannonica, centro dell’Ungheria. Curiosità nella curiosità, tra Veszprem e la provincia di Varese esiste un legame storico: di Veszprem fu conte e feudatario Branda Castiglioni, il potente cardinale che trasformò il paesino di Castiglione Olona in una piccola città, chiamandovi tra gli altri Masolino da Panicale. Branda Castiglioni fu infatti a lungo inviato del Papa in “terre di confine”, tra cui la Boemia e le Fiandre, terre di movimenti ereticali destinate ad essere toccate un secolo dopo dalla Riforma Protestante. L’Ungheria invece rimase un vero “bastione cattolico”, fedele alla conversione del re Stefano alla fine del X secolo.

Insomma: se la cultura serve a unire realtà diverse e lontane, il palloncino – casualmente – ha proprio fatto centro.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 15 Dicembre 2015
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