“La Lega non vuole la fabbrica dei materiali”

Sinistra Ecologia e Liberttà critica la posizione leghista sul tema del superamento dell'inceneritore e del futuro di Accam

Dentro al Termovalorizzatore Accam  (inserita in galleria)

Da mesi ormai si discute del progressivo smantellamento dell’inceneritore Accam di Borsano (oggi in costante perdita e poco competitivo sul mercato dei termovalorizzatori). Tra i temi collegati al superamento dell’inceneritore c’è anche la scelta della “fabbrica dei materiali”, il ciclo di differenziata spinta che consentirebbe di recuperare materiali dai rifiuti: si discute, tra l’altro, della collocazione futura dell’impianto, tra i diversi Comuni soci di Accam. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Sinistra Ecologia e Libertà Gallarate

La Lega lombarda di Gallarate non vuole la Fabbrica dei materiali. Va bene bruciare i rifiuti a Busto Arsizio e inquinare nella vicina Borsano, va bene mandare i rifiuti da bruciare a Brescia, ma niente fabbrica dei materiali a Gallarate.

Il recinto dunque si stringe. Non solo i cittadini provenienti dai paesi extracomunitari dell’Africa, del Medio Oriente o della Svizzera nel mirino della Lega. Basta essere bustocchi o bresciani, per essere indegni del diritto alla salute. A breve forse anche Caiello e Moriggia resteranno fuori dal recinto leghista.

Asserragliata nel fortino, la Lega non vede come il mondo e la tecnologia progrediscono. Farebbe invece bene a informarsi anziché spargere paura e disinformazione.

Diversamente da quel che sostiene la Lega, la Fabbrica dei materiali accompagna e non ostacola la raccolta differenziata (al contrario dell’inceneritore). Tanto più la raccolta è ben differenziata, tanto più la Fabbrica dei materiali funziona e produce ricchezza (ambientale ed economica). La Fabbrica dei materiali infatti non solo incrementa la quantità di materiale differenziato, portandolo a quote ben maggiori delle attuali (ci sarà sempre un cittadino che sbaglia e butta nel secco un cellophane oppure un sacchetto del cestino dove tutto viene buttato insieme). Attraverso nuove tecnologie di selezioni sequenziali (separatori balistici, magnetici, lettori ottici) differenzia ulteriormente il differenziato (per esempio la plastica trasparente da quella colorata). Saranno dunque i rifiuti nostrani e quelli dei paesi vicini a essere lavorati, non quelli di altre zone dove ancora regna il sacco nero dell’indifferenziata.

In cambio si avranno materie prime secondarie da rimettere sul mercato per le attività produttive. Non una cosa da poco vista la penuria sempre crescente di materie prime e il continuo rialzo del loro prezzo (oltre alle guerre e alle devastazioni ambientali che si fanno per potersele accaparrare e da cui tanti immigrati scappano).

Certo i rifiuti dovranno essere portati alla Fabbrica dei materiali. Come oggi i rifiuti gallaratesi sono portati ad ACCAM e che come i rifiuti cittadini della raccolta dell’umido saranno portati alla centrale di trattamento delle Forsu a Legnano. L’inquinamento prodotto dai mezzi di trasporto non è però neppure paragonabile all’inquinamento di un inceneritore (e l’aria inquinata non si ferma al confine di Borsano). Non è neppure paragonabile all’inquinamento prodotto dalle tante pedemontane che Maroni sta facendo costruire in tutta la Lombardia, Gallarate compresa, che mangiano territorio e portano traffico (senza alcun beneficio per i residenti, diversamente dalla Fabbrica dei materiali).

Ma se la Lega di ogni città e paese dice no, per ignoranza o calcolo elettorale, a impianti di trattamento dei rifiuti che non producono inquinamento e recuperano materie prime, cosa si fa? Si tiene l’inceneritore di Busto? Lo si raddoppia come vuole Forza Italia?  Oppure i leghisti pensano di usare i rifiuti al posto delle verze nella cassoeula?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Dicembre 2015
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