Una petizione per salvare il “prato di San Giacomo”

L'iniziativa online ha finora raccolto 300 firme e riguarda l'area verde vicino alla storica chiesetta, contro la costruzione di un parcheggio

Chiesa San Giacomo

Una petizione per salvare il prato di San Giacomo, vicino alla storica chiesetta, dalla costruzione di un parcheggio. A lanciare l’iniziativa online è Pierangelo Gianni, che indirizza il documento, per cui sono già state raccolte quasi 300 firme, direttamente al sindaco Ivano Campi. Qui la petizione online.

«Questa petizione al Sindaco di Gerenzano ha lo lo scopo di supportare la mia osservazione al PGT affinché sia conservato il prato retrostante la chiesa di San Giacomo ora identificata nel piano dei servizi nella revisione del PGT in corso come “spazi per il parcheggio funzionali alla fruizione della chiesa di San Giacomo con accesso dalla via San Giacomo” e “spazi di sosta, nella porzione più interna dedicati all’utilizzo della nuova costruzione” – si legge nella lettera aperta -. L’area che Vi segnalo e che, secondo me, andrebbe tutelata, si trova sul retro della chiesa di San Giacomo, monumento nazionale e dell’omonima cascina. È un prato di proprietà privata che confina ad est con via San Giacomo, a nord con la cascina San Giacomo a sud con una strada privata e ad ovest con le recinzioni di case unifamiliari».

«Il prato fa parte del Piano di Lottizzazione numero 7 (PL7) in cui si è pianificato di collocare una serie di costruzioni e, in particolare, un parcheggio pubblico proprio sul retro della cascina e della chiesa – prosegue la lettera -. Sottopongo alla Vostra attenzione questa petizione perché ritengo che il monumento in oggetto, di rilevanza nazionale, rivesta molta importanza per l’identità della nostra comunità e perché il terreno in oggetto potrebbe conservare resti del nostro passato di rilevanza archeologica. Il terreno oggetto di questa petizione è il residuo di un più ampio appezzamento denominato in una mappa del 1587 come “giardino della gexia (chiesa?)” e sembrerebbe parte della proprietà del monastero, come del resto è riportato nella mappa del catasto teresiano dell’anno 1722. È probabile che in epoca conventuale questo prato sia stato adibito a cimitero dai monaci o dalle monache oppure ci siano state delle pertinenze del monastero antico, dunque potrebbe rivestire rilevanza dal punto di vista archeologico. Infine vorrei ricordare la valenza paesaggistica del prato che oramai è l’ultimo relitto di un panorama banalizzato su più lati delle recenti costruzioni e recinzioni».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

Raccontiamo storie. Lo facciamo con passione, ascoltando le persone e le loro necessità. Cerchiamo sempre un confronto per poter crescere. Per farlo insieme a noi, abbonati a VareseNews. 

Pubblicato il 23 Dicembre 2015
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.