“Cielle fece quadrato sull’omicidio di Lidia”

Il giornalista Gianni Spartà fu il primo a scrivere sulla vicenda, ed è la memoria storica del caso Lidia Macchi

Lidia Macchi Story

Quella sera in redazione c’era lui. Sotto gli articoli di quei giorni, c’è la sua firma. Dopo 29 anni bisogna ascoltare il giornalista Gianni Spartà (foto sopra), per capire che cosa accadde, in quelle ore, nella città: una Varese livida, spaventata da una morte misteriosa e atroce.  Ieri lo abbiamo incontrato davanti al carcere di Varese, in una giornata davvero particolare.

«Ricordo il padre di Lidia – spiega – il suo arrivo in redazione, le frasi “mia figlia è scomparsa”. La mettemmo in prima pagina, fu una bella intuizione del direttore Mino Durand, un cronista di razza. La foto? Era di Lidia, ma prima dell’intervento di plastica al naso. Era una fotografia tratta dal libretto universitario».

Lidia Macchi Story

(L’articolo sulla scomparsa di Lidia, in prima pagina su la Prealpina del 7 gennaio 1987)

Cosa accadde nei retroscena del delitto?

«Comunione e liberazione fece quadrato attorno a questo omicidio. Il sindaco di allora, che era di CL, venne in Prealpina da noi. Lo portai dal direttore e ci disse, “questo non è un delitto come gli altri, vi raccomando la massima attenzione e cautela”. Lo facevamo per tutti i delitti, ma lui ci doveva spiegare perchè questo omicidio andava trattato con particolare cautela. Tutte le volte che Agostino Abate chiamava a testimoniare un teste di Comunione e liberazione molti si presentavano con l’avvocato. Era Federico Stella, l’avvocato del cardinal Martini, lo stesso che nel giugno del 1987 fece una denuncia per i preti convocati in questura dal pm Abate. Venne presentato un esposto per  gli interrogatori considerati troppo ficcanti, la procura di Brescia alla fine tuttavia disse che gli interrogatori erano stati regolari».

E cosa è cambiato dopo 29 anni?

«Questa è una domanda che rivolgo alla città, ma anche a Comunione e liberazione. Si è aperto, oggi, un mondo che allora si chiuse. Enzo Tortora venne qui con le telecamere di Giallo e trovò tutte le porte chiuse».

E’ stato il trasferimento di Abate a convincere qualcuno ad aprirsi?

«Agostino Abate ha lavorato in maniera straordinaria su questa vicenda. Lo ha riconosciuto anche Carmen Manfredda. Il lavoro di Abate fu monumentale ma forse la pista era sbagliata. Si fissarono con il prete non ciellino, don Antonio Constabile. Fecero il test del dna, ma nel 1987 non se ne sapeva nulla e fallì. Venne fatto il test a don Antonio, ma anche a Giuseppe Sotgiu, il ragazzo amico di Binda che oggi è diventato sacerdote. Fu uno dei quattro sottoposti al test del dna. C’era anche un mago, Giovanni Bagarella: tradiva la moglie, lei andò dai carabinieri a dire che era l’assassino. Prima di morire di cancro chiese di essere scagionato; con grande pietà il giudice istruttore e Abate lo scagionarono. Sotgiu era amico della Macchi, e poi c’era un altro soggetto, una persona accusata di stupro che si trovava già in carcere. Passò davanti a me e disse “ma chi è sta Lidia Macchi, io neanche la conosco”».

Lidia Macchi Story

(Una folla di giornalisti, martedì 19 gennaio 2016 davanti al carcere di Varese attende la fine dell’interrogatorio a Stefano Binda, l’uomo accusato dell’omicidio dopo 29 anni)

Preti accusati…un caso scabroso per la chiesa..

«La pista del prete di San Vittore era sbagliata, lui non c’entrava nulla, a meno che fosse dottor Jekyll e Mister Hide. Don Antonio Constabile corse quella mattina a benedire la salma di Lidia Macchi. Non sta in piedi».

Siamo sulla strada giusta?

«Non voglio dire che sia Binda il colpevole, ma l’ambiente dove cercare l’assassino… secondo me è giusto».

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 20 Gennaio 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    A quei tempi l’integralismo religioso di CL faceva proseliti, quindi che guai sarebbero stati se fosse saltato fuori che l’omicidio era all’interno del movimento. Nonostante i bla bla predicati tipo “la verita’ vi fara’ liberi” .

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.