Folle Openjobmetis a Pesaro: spreca tutto in un finale disastroso

Varese perde una partita già ampiamente vinta alla mezz'ora con un ultimo quarto finito 25-4: così si torna nella zona calda. Ennesima prova da dimenticare di una squadra senza capo né coda

maalik wayns pallacanestro varese

E dopo questa oscenità, chiedete tutti scusa. E sappiate che le scuse forse non basteranno a far sbollire la rabbia per la sconfitta che la Pallacanestro Varese ha patito a Pesaro, terza partita di ritorno, dopo aver dominato per mezz’ora. A quel punto, sopra di 16 lunghezze (ma si è toccato anche il +19) i biancorossi hanno inscenato dieci minuti di horror basket in cui hanno segnato la pochezza di 4 punti, sbagliando qualsiasi cosa in attacco e concedendo ai padroni di casa di rimontare, superare e vincere 76-71. Attenzione: marchigiani che sono tutt’altro che una corazzata e che salvo lo stupendo Daye (32 punti) hanno davvero poco talento cestistico sia nei piccoli sia nei lunghi.

Insomma, per la Openjobmetis quello di Pesaro è un tracollo gravissimo: per la classifica innanzitutto, perché portare a casa i due punti avrebbe praticamente risolto la pratica salvezza. Per il morale in seconda battuta, perché ora si andrà a Sassari (che è in crisi nera, ma non scommetteremmo un centesimo su un successo in Sardegna dei nostri eroi) e poi ci sarà una specie di spareggio con Capo d’Orlando. Per la credibilità: hai voglia adesso a convincere la gente ad andare al palazzetto, visto che i presunti beniamini hanno messo insieme l’ennesimo capolavoro all’incontrario della stagione.

Chiedano tutti scusa, dunque. E questa volta a partire da Paolo Moretti che fino a qui era stata la nota migliore della stagione: a Pesaro però il coach ha sbandato di brutto, dimenticandosi Campani in panchina per tutto l’ultimo quarto e proponendo a più riprese lo scandaloso Galloway (peraltro già virtualmente tagliato da settimane…) che finalmente lascerà la compagnia, tenendo fuori i limitati ma volenterosi Ferrero e Varanauskas (comunque non sufficienti). Chiedano scusa le presunte stelle Wayns e Davies: il primo principesco per larghi tratti e pulcino bagnato nel finale, il secondo mai pervenuto all’Adriatic Arena. E poi, via via tutti gli altri seppur con minori colpe. E per finire chieda scusa la dirigenza – Coppa e Arrigoni – che ha messo insieme questo circo senza capo né coda, specialista nel causare mal di stomaco ai tifosi: dopo gli orrori con Caserta e Avellino, dopo i trentelli con Milano (due volte) e i crolli con Sassari, Reggio, Venezia, ci tocca commentare un nuovo disastro cestistico. E non è finita, perché mancano 12 gare di campionato nelle quali ci sarà da soffrire: auguriamoci che Chris Wright (quanto sarebbe servito questa sera) riesca a dare un po’ di basket a un gruppo del genere, e poi chi si è visto si è visto.

COLPO D’OCCHIO – L’enorme Adriatic Arena si riempie a discreto livello nel suo anello inferiore, quello aperto per le partite di una Consultinvest reduce da 4 sconfitte ma sempre sostenuta da uno zoccolo duro di tifosi importante. In viale Gagarin non mancano anche i sostenitori varesini che chiedono una risposta alla Openjobmetis dopo il brutto derby contro Milano.

PALLA A DUE – Ultima in biancorosso per Ramon Galloway al quale però Moretti concede il quintetto base. Tra i titolari per una volta non c’è Kangur: all’estone è preferito Faye forse per provare a limitare Austin Daye. Paolini mette dal primo minuto l’ex Shepherd, passato da Varese quest’anno senza lasciare traccia.

LA PARTITA – Pesaro mette il naso avanti nelle battute iniziali e tocca anche il +7, ma un Galloway inconsueto e un Kuksiks preciso permettono a Varese di acciuffare la Consultinvest, con i marchigiani avanti al 10‘ (24-20) con un piccolo guizzo finale. Nel secondo quarto però la Openjobmetis si scatena in particolare dall’arco: il sorpasso arriva presto, l’acceleratore resta pigiato con Wayns che mette il turbo e Kangur che aggiunge sapienza e canestri. Pesaro al contrario, quando non trova Daye combina disastri e si perde nella nebbia: alla pausa lunga è 35-48.
La musica non cambia dopo l’intervallo: la Openjobmetis ha una flessioncina ma si risolleva subitro, trovando anche qualche piccolo (e isolato) segnale da Davies. Parziale di nuovo favorevole (ancora con Wayns e Kangur a condurre) e risultato che pare una garanzia alla mezz’ora, 51-67, anche perché dall’altra parte si spara a salve.

IL FINALE – E invece l’incredibile si compie in 10′ da incubo, con Varese che subisce un parziale di 25-4 e che non segna per gli ultimi 6′ abbondanti di partita. Pesaro all’inizio pare accontentarsi di rosicchiare qualcosa, Moretti spreca subito un timeout dopo un tecnico a Wayns e poi non ne chiama più uno per circa 7′ quando nel frattempo Daye ha portato i suoi all’inseguimento. Raggiunta quota 71 al 34′ poi, per Varese è la fine: i biancorossi – incomprensibile che a Galloway vengano concessi minuti e possessi importanti – non costruiscono più un tiro decente, e sbagliano da ogni posizione. In più fanno prendere fiducia a Lacey e Christon: il primo fino a lì insufficiente, il secondo disastroso; Daye invece continua l’opera distruttrice che si sublima con la tripla di tabellone del sorpasso, 72-71. E quando ti aspetteresti un minimo di orgoglio, è invece il momento di palle perse ed errori che consegnano la vittoria ai padroni di casa (76-71). E adesso, chiedano tutti scusa. 

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 31 Gennaio 2016
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