La storia di Moussa, dal centro di accoglienza al Parma

Ha 19 anni, viene dal Gambia e da qualche mese gioca in serie D nella squadra emiliana. E' arrivato in Italia dopo un viaggio in cui ha rischiato di morire ma ora la vita gli ha regalato un'opportunità

moussa balla sawe parma calcio

Dai campi polverosi del Gambia al prato verde dello stadio  Tardini di Parma. Il sogno di Moussa Balla Sawe ha percorso migliaia di chilometri prima di realizzarsi. Lo ha accompagnato durante la lunga traversata dell’Africa, non lo ha lasciato nemmeno quando il barcone sul quale era salito per attraversare il Mediterraneo ha rischiato di affondare, non è naufragato neanche in quei lunghi mesi all’interno del centro di accoglienza di via dei Mille a Busto Arsizio.

Oggi Moussa indossa la maglia numero 11 di un club glorioso (anche se decaduto) come il Parma 1913 che milita in serie D. Quel sogno si è realizzato a ottobre dell’anno scorso dopo essersi messo in mostra ai mondiali antirazzisti di Castelfranco Emilia dove, insieme ad altri tre ragazzi del centro di accoglienza di Busto, ha fatto faville.

Dodo Fraschini, che lavora con i richiedenti asilo all’interno del centro, racconta così l’inizio della carriera sportiva di Moussa: «Ha 19 anni ed è davvero bravo a giocare a calcio, in Gambia militava già in una squadra professionistica ma il suo sogno era quello di giocare in Senegal dove non ha avuto l’opportunità di entrare in un club – racconta – così ha deciso di partire per raggiungere l’Europa». Grazie a questa possibilità ha ottenuto un permesso sussidiario di 5 anni che non gli sarebbe stato concesso per vie normali.

Così Moussa racconta il suo viaggio a ParmaTv.it: «Il viaggio è stato davvero complicato e rischioso. Non nascondo di aver avuto paura in più di una circostanza. – racconta – Volevo giocare a livello professionistico in Senegal ma avevo pochi soldi. Durante il viaggio verso l’Italia mi sono affidato a dio. Qui sono stato accolto in modo esemplare e non voglio sprecare l’opportunità che mi è stata data. Di sicuro non rifarei mai il viaggio che ho fatto. Ho messo la mia vita in pericolo più volte».

Nel centro di Busto sono diversi i ragazzi che hanno le potenzialità per poter fare bene in questo sport: « Tre ragazzi sono andati a giocare nel Real Busto, una squadra a 7 della città. – prosegue Fraschini che rilancia – Stiamo cercando altre realtà, non solo calcistiche, che possano prendere in prova questi ragazzi, farli allenare».

Lo sport, oltre al lavoro, è il miglior modo per facilitare l’integrazione e questo lo sanno bene anche al centro gestito dalla cooperativa Balansino: «Stiamo collaborando con le parrocchie di Busto, i ragazzi vengono invitati negli oratori e partecipano alle attività – e conclude Fraschini – con Legambiente a Busto e i Calimali a Fagnano Olona, inoltre, abbiamo avviato un percorso di lavoro volontario che permette loro di sentirsi importanti e utili».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

Un cittadino bene informato vive meglio nella propria comunità. La buona informazione ha un valore. Se pensi che VareseNews faccia una buona informazione, sostienici!

Pubblicato il 13 Gennaio 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.