Lidia Macchi, arrestato il presunto assassino

La polizia ha arrestato questa mattina presto, intorno alle 6.30, un ex compagno di scuola di Lidia Macchi, che secondo gli inquirenti potrebbe essere l'autore dell'omicidio della ragazza

stefano binda

La polizia ha arrestato questa mattina presto, intorno alle 6.30, Stefano Binda, ex compagno di scuola di Lidia Macchi, che secondo gli inquirenti potrebbe essere l’autore dell’omicidio della ragazza (foto Newpress).

L’arrestato sarebbe il firmatario di una lettera anonima fatta pervenire alla famiglia, nei giorni successivi al delitto, in cui si alludeva ad alcune vicende legate alla vita di Lidia e con alcuni particolari sull’omicidio.

La studentessa di 21 anni venne uccisa a Cittiglio il 7 gennaio del 1987. La giovane, militante di Comunione e liberazione, venne ritrovata in un boschetto dei pressi dell’ospedale, col corpo trafitto da 29 coltellate.

Tra gli elementi decisivi per arrivare all’arresto anche una perizia calligrafica sulla lettera anonima che venne inviata alla famiglia Macchi il giorno dei funerali, il 9 gennaio 1987.

L’arresto dopo quasi trent’anni dall’omicidio, che sconvolse l’intera provincia, è stato eseguito dalla Squadra Mobile di Varese su disposizione del gip di Varese Anna Giorgetti e su richiesta del sostituto pg di Milano Carmen Manfredda.

L’inchiesta è stata avocata due anni fa dalla procura generale di Milano: il principale indagato fino a oggi era Giuseppe Piccolomo, già condannato all’ergastolo per l’omicidio di una pensionata a Cocquio Trevisago, il cosiddetto omicidio delle mani mozzate.

Stefano Binda vive con l’anziana madre al piano superiore di una villetta, a Brebbia; al piano inferiore vive la sorella con il figlio. Laureato in filosofia, attualmente non lavora.

La madre di Lidia, Paola, ha commentato la notizia con soddisfazione intervenendo su Radio Uno:

«Trenta anni che aspettiamo, finalmente si fa luce sull’omicidio di Lidia. La procura di Milano ha lavorato in silenzio, ma ha lavorato sodo».

Su Stefano Binda, l’uomo accusato dalla Polizia dell’omicidio, la madre di Lidia ha commentato di averlo visto poche volte in passato e che non frequentava la figlia e la loro casa.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 15 Gennaio 2016
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