Senzatetto esibizionista a Malpensa

Un video girato nei giorni scorsi ha suscitato preoccupazione tra le lavoratrici dell'aeroporto e ha riacceso il dibattito

Malpensa

È bastato un video comparso su Facebook a riportare in primo piano la presenza di senzatetto a Malpensa, già al centro di numerose segnalazioni e di diverse iniziative della Polizia. Italiani o stranieri, alcuni senzatetto sono visti con preoccupazione da molti dipendenti aeroportuali: «Io di avere a pochi metri soggetti del genere, ubriachi e violenti, non ne ho davvero più voglia» è un commento tra le decine comparsi sul social network negli ultimi giorni.

Il video che ha riportato in evidenza la questione è stato girato qualche giorno fa: si vede un senzatetto che, sdraiato dietro a un nastro trasportatore, si masturba incurante della presenza di altrie persone (chi era dietro alla videocamera, quanto meno) e anche delle reazioni preoccupate di un’addetta che passa. Comparso in rete, rilanciato via social o su Whatsapp, il video – poi rimosso almeno dai social – ha generato una “coda lunga” di reazioni, riportando in primo piano anche altri episodi, di persone che danno in escandescenza o che si abbandonano a furti creando disordine se vengono fermati.

A rilanciare la questione non sono solo i commenti social, ma anche gli interventi di alcuni lavoratori: alcuni hanno scritto a VareseNews, a loro si aggiunge ora la presa di posizione anche del sindacalismo di base. «Non ne possiamo più, le nostre colleghe hanno paura, pensate alla sera quando devono raggiungere i parcheggi» attacca Salvatore Ferla, che chiama in causa direttamente il gestore aeroportuale, «più attento al badge o all’uso dei varchi che non a questi problemi».

La presenza di senzatetto è un problema di lunga data, che la Polizia di Stato (a cui compete l’ordine pubblico) affronta sia con il controllo quotidiano, sia con retate più ampie. Sono i famosi “pattuglioni” che erano stati frequenti negli ultimi anni, soprattutto per cercare di contrastare il fenomeno dei “carrellisti”, i facchini abusivi che si contendevano le mance dei viaggiatori mettendo a disposizione i carrelli per bagagli: fogli di via e denunce si sono sprecati, ma a tagliare definitivamente il fenomeno è stato soprattutto il ritorno dei carrelli a pagamento, con il ricorso di Sea a una società esterna per la gestione dei carrelli a partire dalla primavera scorsa. Oggi quello dei facchini abusivi è considerato un fenomeno in qualche modo residuale: c’è ancora chi prova a “sequestrare” un carrello per poi cederlo ai viaggiatori, ma è sempre più raro.

Al di fuori dei facchini abusivi, c’è comunque la presenza di senzatetto, a volte italiani, a volte stranieri, con storie particolari (come quella di Emilietta, che abbiamo raccontato più volte) e a volte problemi di dipendenze. Situazioni diverse, che sono per esempio note al cappellano di Malpensa, don Ruggero Camagni: alcuni passano le giornate seminascosti, evitando di creare problemi, vivendo anche della solidarietà (che esiste) dei lavoratori aeroportuali, in un aeroporto che per altri versi non ha una struttura di assistenza sociale e di prevenzione del disagio (come potrebbero essere le Caritas in una città).

Ma altri casi – come quello visto nel video – rimangono problematici. La dirigente della polizia di Stato, Giuseppina Petecca, spiega per esempio che la persona ritratta nel video è «un italiano, denunciato più volte per inottemperanza ai fogli di via», lo scorso anno anche arrestato. «Su nostra proposta due anni fa questa persona è stata sottoposta a sorveglianza speciale» spiega la dirigente della Polaria, che però ricorda: «La Polizia deve muoversi sulla base degli strumenti di Legge a disposizione».

Gli stranieri irregolari sono pochissimi, i più sono regolari in Italia (alcuni da molti anni, tanto da avere la Carta di soggiorno). Per loro come per gli italiani si usano come strumenti le sanzioni amministrative e i fogli di via: nel primo caso però le multe hanno il valore che hanno, avendo a che fare con persone senza averi; quanto ai fogli di via, in caso di mancato rispetto scatta la denuncia, ma non sembra essere un deterrente sufficiente. Resta il disagio di persone spesso allo sbando (magari senza legami affettivi e con problemi di dipendenze) e resta – anche – la preoccupazione dei lavoratori aeroportuali.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 22 Gennaio 2016
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