A scuola nell’Ottocento, quando si usavano le orecchie d’asino

Ha fatto tappa nel cortile del Comune il tir del progetto "Museo della scuola antica". Una ricostruzione fedele del tempo che fu presentato agli alunni della primaria

Com’era la scuola dei nostri avi? Per avere testimonianza diretta di come, un tempo, erano le classi in Italia, si può salire sul tir della “Scuola antica” un progetto itinerante di Patrizio Merelli che porta direttamente agli alunni del XXI secolo una testimonianza diretta dei tempi che furono.

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È un museo su ruota, unico nel suo genere, completo in tutte le sue parti :materiale cartaceo, abbigliamento, calzature, cartelle, strumenti di punizione morale, arredamento aula ecc. ecc..

Oggi, lunedì 15 febbraio, ha fatto tappa nel parco di villa De Strens a Gazzada Schianno per accogliere gli alunni della primaria. Dalle 8.30 alle 12.30 gli alunni si sono seduti nei vecchi banchi, hanno usato pennini e calamaio, hanno visto le pagelle e ascoltato le lezioni dei tempi che furono.

Una guida li ha aiutati nella comprensione dell’ambiente e del clima che si respirava in classe e hanno testato direttamente la scrittura con pennini e calamai.

Hanno guardato libri, abbecedari, quaderni, atlanti all’interno delle loro pagine, che hanno sfogliato, letto e consultato.

La scuola antica

L’obiettivo è quello di dimostrare i passi avanti compiuti dalla scuola come ambiente che forma ma anche accoglie e accompagna nella crescita: un obiettivo che un tempo era completamente disatteso: «Noi vorremmo che i ragazzi, uscendo, capissero quanti diritti e privilegi hanno oggi rispetto al passato».

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Pubblicato il 15 Febbraio 2016
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