Basta compiti a casa: la petizione è on line

Da un dirigente di Genova è partita la crociata nel nome del rispetto del tempo libero. In poche settimane raccolte 10.000 firme

dislessia

Controproducenti. Battaglia a colpi di firme contro i compiti a casa. Paladino del tempo libero pomeridiano è un preside di una scuola di Genova, Maurizio Parodi, che ha lanciato una petizione on line

Chiediamo che i compiti a casa siano aboliti, nella “scuola dell’obbligo”, perché:

  • sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima: non “insegnano”, non lasciano il “segno”; dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione;
  • sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio;
  • sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l’ingiustizia già sofferta;
  • sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori – e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”;
  • sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa);
  • sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport…), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa;
  • sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni…) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente;
  • sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l’integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche.

Dalla Carta internazionale dei diritti dell’infanzia, art 31: “Gli Stati membri riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…”

Diritto al tempo libero e risultati degli studenti italiani, sempre poco entusiasmanti, hanno indotto il dirigente a creare un movimento nazionale che, in poche settimane, ha raccolto 10.000 firme. Ne mancano, ora, poco meno di 5000 per raggiungere l’obiettivo fissato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Febbraio 2016
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Ma adottare un modello più “nordico” della scuola dove esiste una estensione di orario e i compiti extra vengono fatti nella stessa scuola durante l’orario pomeridiano?
    Mi sembra invece che la proposta adottata sia molto orientata al fancazzismo tipico italiano, ossia non fare nulla.

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