Gianfranco Caporali, una vita in bottega: “Tante difficoltà ma resisto”

La crisi ha colpito anche la sua falegnameria ma lui, nonostante l'età, continua a lavorare il legno e a realizzare intarsi unici. "Faccio quel che posso ma non chiudo"

La Bottega di Gianfranco Caporali

Il lavoro di Gianfranco Caporali è fatto di particolari, attenzione e molta pazienza. Di professione fa il falegname e all’età di 85 anni ha deciso di restare nella sua bottega, nonostante “i tempi non sono più quelli di una volta”.

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La storica bottega di Gianfranco Caporali 4 di 15

La sua falegnameria è in Via San Giulio, 15, a Cittiglio e la vetrina è tappezzata di cartelli che avvisano di grandi sconti, “tutto al 50%”. Una novità che ha allarmato i suoi clienti, tanto da far diffondere la voce di un’imminente chiusura. “Io resisto, resto qua” spiega invece l’anziano falegname, “Ho dovuto licenziare i due operai che hanno lavorato con me negli ultimi tempi, le vendite sono calate e i costi erano troppo alti. La bottega però non si chiude, io continuo e faccio quello che posso”. 

Gianfranco Caporali ha dedicato tutta la sua vita a lavorare il legno. “Mi sono innamorato di questo lavoro fin da bambino. Mio papà lavorava in una ditta che faceva isolatori dell’alta tensione e portava a casa le scatole d’imballaggio, erano di legno. Usavo quelle casse per giocare e per costruirmi giochi. Quando sono diventato grande ho continuato a farlo” racconta. Tra le tante cose infatti, ci sono anche camion, biciclette e automobiline costruite in legno.

Girando per il negozio si possono ammirare i suoi lavori e basta questo per rendersi conto che si tratta di pezzi unici. I mobili sono curati nel minimo dettaglio e la vera particolarità sono gli intarsi disegnati e curati dal signor Caporali. Piccolissimi pezzi, lavorati a mano che creano disegni. Come un mosaico, i suoi disegni svelano l’arte e il grande lavoro guardandoli da vicino.

“Scelgo ogni piccolo dettaglio con cura. Ogni pezzo di legno ha il suo ruolo, deve far parte dell’intero disegno”. Un talento riconosciuto in provincia e non solo. I suoi mobili intarsiati e i suoi disegni su legno sono venduti anche all’estero, “ho clienti dall’ Inghilterra, dalla Germania, dalla Russia. Vengono qui in vacanza, vedono i miei lavori e poi li ordinano. Io creo e poi li spedisco con il corriere”.

Gianfranco Caporali nei suoi disegni mette la sua vita. Riprende quadri di artisti famosi che gli piacciano, come il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo o l’Ultima Cena di Leonardo, ma anche volti di persone a lui care o ricordi. Non è un caso che su molti mobili sia raffigurata la fisarmonica: “Era la mia passione. L’ho suonata per diversi anni ed ero bravo, non ero mica un “patacca”. Con i soldi che ho raccolto suonando ho aperto questo negozio”.

Uno dei suoi clienti più affezionati è Renato Pozzetto, tanto da chiedere delle opere in prestito per i suoi film. In particolare in “Nebbia in Val Padana” è stata usata la moto di legno, a grandezza naturale, che il falegname cittigliese ha costruito diversi anni fa (ha costruito anche una mini a grandezza naturale ndr). “Ma io non mi sono mai montato la testa – ama sottolineare -. Io ho sempre solo voluto fare il mio lavoro e basta”.

Anche oggi, nonostante la crisi abbia colpito anche la sua attività lui continua: “Gli artigiani andrebbero aiutati, oggi succede il contrario. La concorrenza è sempre tanta, la gente preferisce spendere poco senza capire il valore che c’è dietro un mobile fatto a mano”.

Caporali continua a girare per il suo negozio, mostrando quadri e mobili:”Prima faccio il disegno e poi, un pezzettino alla volta, lo riporto sul legno. Ogni legno è scelto per il suo colore, per creare una sfumatura, per dare vita ad un disegno. In tanti mi chiedono come faccio ma io non lo so. Ogni tanto mi stupisco da solo dei lavori che faccio ma sono talmente concentrato che ci riesco”. E pensare che il suo destino doveva essere quello di meccanico: “Avevo un fratello gemello che si chiamava Luciano. Mio papà ci teneva che facessimo lo stesso percorso. Ci aveva iscritto insieme alla scuola professionale. Io ci andavo ma non mi piaceva. E’ stato un professore a darmi la possibilità di frequentare anche i corsi per falegnameria. Per non dare un dispiacere ai miei genitori però ho continuato anche la scuola di meccanico e quindi ho portato avanti due diplomi”. Una fatica che ha l’ha ripagato per tutta la vita.

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Febbraio 2016
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da LUCY65

    E’ una persona speciale veramente, crea dei veri capolavori. E’ un grande personaggio, andate a visitare la sua bottega. Bravo

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