La genziana asclepiade e il morso del diavolo

Genziana

Il giorno 30 di agosto con mia moglie abbiamo deciso di fare il giro attorno alla punta Paradiso del parco, ci inoltriamo sul sentiero 7 partendo dal bivio della strada per l’osservatorio e quella per la casermetta, la salita inizialmente è dura ma  i primi cinorroidi sono una buona scusa per fermarsi, siccome non sono ancora sufficientemente maturi decido di rimandare  la foto di almeno 15 giorni, si arriva, con poco fiato al secondo belvedere dove notiamo con piacere che è stato ripristinato il quadro con la rappresentazione della zona anche se oggi la visibilità è ridotta e quindi la corona delle Alpi ci viene nascosta dalla leggera nebbiolina mattutina; fatta questa sosta si riprende con un tratto in salita, meno ripido del precedente, quando intravvedo un esemplare di Verga d’oro comune (1) (Solidago virgaurea subsp. minuta) alto non più di 30 cm, mia moglie insiste per non fotografarlo perché non rende l’idea della specie, malgrado ciò la fotografo ugualmente, come la vicina ( Marchantia) (2) che Hans Martin Jahns nella guida Collins “Ferns, mosses & lichens of Britain indica fra i muschi e di cui le 2 stazioni che conoscevo precedentemente e precisamente: sulle pareti di discesa del torrente che nasce nei pressi della struttura dell’ex ospedale psichiatrico della Provincia di Varese  per discendere a Bizzozero nella valle dell’Olona di cui è una affluente, l’altro era dato da 2 rocce nei pressi dell’alpe Ravetta ormai ricopertesi di rovi e pertanto di improbabile accesso. Ecco nelle vicinanze spuntare un ramo di Genziana asclepiade (3,4,5) (Gentiana asclepidea) in parte già sfiorita ma le piante sono numerose e ne ritroverò qualcuna piena di fiori anche se purtroppo dovrò accontentarmi di quella a fiori azzurri mentre  il tipo a fiori bianchi  per questo anno l’ho mancata ma ne avevo visti i boccioli, questa genziana pur essendo comune nel parco fra i 500 e i 1100 m anche con anche la varietà bianco latte ha una assai scarsa letteratura in provincia anche se dovrebbe essere conosciuta dai “fungiat” perché cresce più facilmente in luoghi umidi solo che privilegia suoi calcarei, la varietà di azzurro chiaro è presente sulle montagne a sud di Bellinzona e a nord del Ceneri.

La pigrizia ci consiglia di fermarci alla capannina senza più le  pareti in plastica ma con panche comode non tanto per sedersi quanto per il rialzarsi, dopo una abbondante bevuta d’acqua vedo la stele formata da una targa messa nel 1986 a ricordo del primo volo in aliante, dalla Punta di mezzo, che ha avuto luogo nel 1924 ad opera di un gruppo di pavesi e seguito 10 anni dopo dal varesino, ideatore, realizzatore e pilota che 10 anni dopo fece scender ben 9 alianti di sua costruzione, decido di andare a fotografarla, allontanandomi dalla capanna vedo una serie di cespugli alti una ventina di cm si tratta di begli esemplari di Verga d’oro (6) di varietà piccola come aveva predetto mia moglie, più lontano intravvedo 2 macchie di Brughiera (7) (Calluna vulgaris) ericacea comune in tutta la provincia ma abbastanza rara nelle parti più alte del parco perché il terreno non è sufficientemente acido per il loro sviluppo, una ipotesi consiste che rami di ghiacciaio con relativi detriti di rocce acide sia arrivato sin qu e ne abbia lasciati, poco più su vedo qualche pianta di Morso del diavolo (8,9) (Succisa pratensis) una dipsacacea abbastanza comune nel parco oltre i 600 m, in zone molto umide, che per anni è stata ricercata come rimedio per tutte le malattie compresa la peste e sembra che fosse efficace tanto che la tradizione avrebbe utilizzato il nome di morso del diavolo perché quest’ultimo, in un momento di rabbia, avrebbe morso il rizoma di questa pianta che riteneva troppo utile per l’umanità; faccio per allontanarmi quando scorgo a questo punto una farfalla che a mio parere è iscrivibile al genere Boloria euphrosyne (10), molto diffusa nel Campo,  sono finalmente arrivato alla stele (11) che dà l’impressione di cosa  che non susciti più l’interesse delle persone. Non avendo le forze per salire in vetta la decisione è quella di tornare dal sentiero 1 che pertanto mi accingo ad imboccare dopo aver percorso il raccordo.

Sul sentiero 1 mi metto a ricercare il Garofanino minore e invece trovo del Trifoglio bruno (12) (Trifolium badium) che fotografo perché estremamente raro nel parco, vicino scorgo alcune piante di Borracina maggiore (13) (Sedum telephium subsp. maximum) che fotografo solo perché in piena fioritura ,nelle vicinanze vedo un Verbasco tasso barbasso (14) (Verbascum tapssus) una scrofularicea che supera normalmente i 2 m di altezza, questo esemplare non ha le caratteristiche normali degli altri esemplari ma è l’unico che vedo ancora fiorito.

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Pubblicato il 09 Febbraio 2016
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La genziana asclepiade e il morso del diavolo 3 di 4

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