La rana schiva e rara che “abiterà” a Daverio

Maestro nell'arte di occultarsi, questo piccolo anfibio è molto interessante. Il perché lo rivela Silvia Macchi, erpetologa dell'Università dell'Insubria

Rana di Lataste

Pochi giorni fa siamo stati a Daverio dove il comune ha riqualificato un parco che, tra le altre cose, offrirà l’habitat ideale a un anfibio ormai raro anche se tipico della Pianura Padana e del Canton Ticino, la Rana di Lataste (Foto: Carlo Morelli).

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Ma perché questo piccolo animale è così importante? Ce lo racconta Silvia Macchi, erpetologa, collaboratrice dell’Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali – Guido Tosi Research Group, Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dll’Università degli Studi dell’Insubria

Ai più apparirà forse insignificante, così poco appariscente, con il suo colore bruno rossiccio che ben si confonde nel fogliame del sottobosco dove vive, ma non per questo deve essere ritenuto un animale poco interessante. Stiamo parlando della rana di Lataste (Rana latastei), anfibio anuro schivo e non particolarmente facile da vedere, a meno di non trovarsi sulla rotta migratoria degli adulti che, già alla fine dell’inverno, si spostano in massa per raggiungere le aree umide dove avviene la riproduzione.

Si tratta di una rana di piccole dimensioni (5-6 cm di lunghezza), soprattutto rispetto alle più grosse e comuni rane verdi che gracidano rumorose negli stagni in primavera. A differenza di queste ultime, maggiormente legate all’ambiente acquatico, la rana di Lataste, come le altre rappresentanti del cosiddetto gruppo delle “rane rosse” (nelle nostre zone rana temporaria e rana agile), frequenta l’acqua quasi esclusivamente nel periodo riproduttivo, che tra l’altro dura solo poche settimane, mentre per il resto dell’anno si sposta sulla terraferma grazie alle ottime doti da saltatrice e tende a restare nascosta nel sottobosco, rifugiandosi sotto foglie, pietre, o all’interno di tronchi marcescenti.

La rana di Lataste è infatti una specie legata ai lembi relitti delle foreste ancora presenti nella pianura: nel corso dei secoli l’avanzare delle zone abitate, l’incremento delle coltivazioni agricole di tipo intensivo, senza dimenticare la diffusa tradizione culinaria tipica proprio di quelle zone, che annovera le rane tra gli ingredienti principali di molti piatti, ne hanno via via ridotto le popolazioni a livelli allarmanti. Ecco perché la rana di Lataste è una specie protetta anche a livello internazionale dall’Unione Europea, in particolare dalla Direttiva Habitat.

Localmente, per la conservazione di questo anfibio possono essere intraprese diverse azioni, prima fra tutte la salvaguardia delle zone umide riproduttive o, laddove queste vengano a mancare, la costruzione di nuove pozze che possano essere rapidamente colonizzate dagli animali. Un recente esempio proprio in provincia di Varese è quello intrapreso nell’area della Trascaina a Daverio dove, nell’ambito del progetto di riqualificazione ambientale, è stata prevista anche la costruzione di una pozza per ospitare questi rari anfibi. In questo caso, per verificare che l’area messa a disposizione sia di gradimento per le rane di Lataste (e da altre specie), occorrerà effettuare specifici monitoraggi, in particolare nel periodo riproduttivo.

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