Lancio di bottigliette al PalaYamamay, la condanna di club e tifosi organizzati

Episodio grave e inedito al termine della partita con Modena. Il presidente Pirola: «Fatto becero e gravissimo». Gli AdF: «Prendiamo provvedimenti»

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Domenica scorsa, al termine della partita tra la Unendo Yamamay e Modena, al palasport di Busto si sono viste volare sul campo tre bottigliette piene d’acqua provenienti da punti diversi delle tribune.
Un fatto grave e inedito, generato forse dall’esasperazione di qualche “tifoso” verso una conduzione arbitrale confusionaria e una stagione biancorossa che si mostra senza obiettivi, visto che la squadra di Mencarelli è attualmente fuori dalla zona playoff.

Chi frequenta il mondo del volley sa che fatti del genere non capitano mai e che il tifo nei palazzetti è sempre corretto e fatto soprattutto di belle coreografie, canti, al massimo di piccoli sfottò uniti a tanti applausi rivolti anche alla formazione avversaria. Perché alla fine della partita, come le giocatrici si danno la mano a rete, anche i tifosi, danno idealmente il “cinque” a tutte le giocatrici in campo, anche a quelle con la maglia di un altro colore.
Questo lo sanno bene a Busto, patria della Futura Volley ma anche degli “Amici delle Farfalle”, una delle tifoserie più belle, colorate, allegre, corrette e instancabili di tutto il panorama italiano. E proprio per questo motivo, vedere che una delle bottigliette lanciate sul taraflex è partita da quel settore ha lasciato un senso di sgomento ancora maggiore.

Sin dai minuti successivi al fatto è stata ferma la condanna da parte della stessa Futura Volley e anche di tutte le persone presenti al palazzetto verso il gesto che poteva causare problemi più seri se avesse colpito qualcuno in campo. Una posizione sottolineata anche dalle parole del presidente Giuseppe Pirola.

«Netta e senza mezzi termini la presa di posizione di Unendo Yamamay Busto Arsizio nei confronti dei tifosi che hanno lanciato in campo tre bottigliette d’acqua al termine della partita contro la Liu-Jo Modena. È un episodio gravissimo che vogliamo in tutti i modi condannare. Mai si era visto un atteggiamento così antisportivo, becero e potenzialmente violento nel nostro Palayamamay. Si tratta di un episodio isolato certo, che nulla ha a che vedere con il comportamento dei nostri sostenitori più fedeli, la cui correttezza è sempre stata esemplare. Non possiamo però rimanere impassibili. Questa è la casa dello sport, delle famiglie e del divertimento: chi non lo capisce stia a casa, non ne sentiremo la mancanza. Questi gesti ci pugnalano il cuore e sono una ferita per la storia della nostra società, che da sempre è presa a modello di comportamento».

Qualche ora dopo il fattaccio, sulla pagina Facebook degli AdF, un giovanissimo tifoso – non riportiamo il nome anche perché è minorenne – ha chiesto pubblicamente scusa a tutti (lo ha fatto anche con la società) per il lancio di una delle tre bottigliette, quella proveniente dal settore del tifo organizzato, rivelando di essere il colpevole e ammettendo di aver compreso il suo errore. Degli altri due “lanciatori” invece, per il momento nessuna traccia.

Nel frattempo anche il presidente degli AdF, Valentino Celotto, è intervenuto in via ufficiale, sottolineando che il direttivo prenderà provvedimenti e condannando fermamente tali episodi che nulla hanno a che vedere con lo spirito della tifoseria bustocca.

Tornando infine al presidente Pirola, il numero uno del club biancorosso tiene anche a scusarsi con il mondo pallavolistico a nome di tutta la Futura: «Chiediamo scusa a tutto il movimento per l’accaduto e ci auguriamo di non dovere più intervenire su questi argomenti: ogni decisione arbitrale, anche se evidentemente errata, va accettata. In ogni caso dalla prossima partita casalinga le bottiglie di plastica vendute nei bar del palazzetto saranno distribuite senza il tappo».

Intanto, per lo meno, dal giudice sportivo non sono arrivate cattive notizie dal punto di vista disciplinare. Possibile che gli arbitri, pesantemente fischiati e contestati per alcuni errori evidenti, non abbiano visto l’episodio del lancio di bottigliette e non lo abbiano segnalato nel referto.

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Pubblicato il 02 Febbraio 2016
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