Legambiente: “Discarica chiusa nel 2020? Non ci crediamo”

Il Cigno Verde analizza gli ultimi atti di Regione e Provincia che autorizzano a scaricare ancora 1 milione di metri cubi per i prossimi 12 anni

discarica gorla maggiore incidente mortale 12-3-2009

La data di chiusura del 2020 per la discarica di Gorla Maggiore/Mozzate è una presa in giro. Ne è convinta Legambiente Valle Olona che in una nota analizza i passi fatti da Regione Lombardia e Provincia di Varese negli ultimi mesi con l’ampliamento nella parte di Mozzate per oltre 1 milione di metri cubi e la nuova autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Provincia che ha una validità di 12 anni. Questi due dati portano l’orizzonte di chiusura ben oltre il 2020. Di seguito la nota del Cigno Verde

Il progetto di rimodellamento della discarica regionale di Gorla Maggiore/Mozzate è ormai realtà: nella Conferenza dei Servizi tenutasi in novembre 2015 tutti i vari Enti Pubblici hanno dato parere favorevole. Ne è scaturita l’autorizzazione a procedere n. 3043 del 17/12/2015. Spiace constatare che nessuno degli Enti, Comuni compresi, abbia preso una forte posizione contro questo progetto di ampliamento e, ad aggravare questo fatto, c’è la constatazione che non è stata data ai cittadini
nessuna informazione di quanto stesse accadendo.

Facendo inoltre riferimento all’articolo pubblicato su La Prealpina all’indomani della Conferenza dei Servizi, dove veniva riportato che la discarica di Gorla Maggiore/Mozzate sarebbe stata chiusa entro il 2020, vogliamo fare alcune osservazioni.

Partendo dal concetto che già la chiusura entro il 31/12/2020 non sarebbe stata una vittoria, visto che la discarica si sarebbe presto chiusa, i numeri ci dicono che nemmeno questo orizzonte temporale sarà realisticamente rispettato. Il progetto di rimodellamento ammonta ad 1.096.000 metri cubi di rifiuti che vanno ad aggiungersi ai circa 300.000 ancora disponibili sul lotto aperto di Mozzate per un totale di circa 1.400.000 mc.

Se consideriamo la media storica di circa 140.000 mc di rifiuti all’anno (dato di progetto), l’orizzonte più realistico per la chiusura si attesta intorno ai 10 anni, quindi ben oltre il 2020. A mettere una pietra tombale sulla questione è poi la stessa Provincia di Varese che, nell’autorizzazione del 17/12/2015, cita testualmente “l’Autorizzazione Integrata Ambientale avrà una durata pari a 12 anni e che non risulta possibile individuare un termine temporale minore per il conferimento dei rifiuti”.

Segnaliamo poi che non è stata minimamente presa in considerazione l’ipotesi progettuale di risagomatura tramite il conferimento di materiale inerte che avrebbe azzerato l’impatto ambientale dell’intervento. Come Associazione non possiamo accettare questa compromissione del bene ambiente e della relativa salubrità derivante dalle emissioni odorigene che scaturiranno dal progetto in questione (si tratterebbe infatti di “scoperchiare” lotti chiusi ormai da anni contenenti qualsiasi tipo di rifiuto, compresi quelli organici).

Ciò detto aggiungiamo anche una critica più generale: a livello regionale abbiamo impianti di incenerimento in sovrannumero rispetto alle esigenze e si è arrivati alla giusta decisione di chiudere nei prossimi anni l’inceneritore Accam, risulta pertanto incomprensibile il conferimento di nuovi rifiuti in discarica che è sicuramente il metodo più antiquato e meno rispettoso dell’ambiente.

Nel XXI secolo troviamo non sia più accettabile questo tipo di approccio; l’ambiente e quindi la salute dei cittadini devono essere considerati come beni di primaria importanza. É nostra intenzione quella di organizzare, in un prossimo futuro, una serata pubblica sul tema e nel frattempo, lunedì 15 febbraio, incontreremo il Presidente della Provincia di Varese per avere un confronto sulle problematiche evidenziate.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Febbraio 2016
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