“Mezzi nudi in corso Matteotti? Non li vogliamo”
Dal centrodestra un coro di no, e anche qualche posizione un po' sarcastica
Il patrocinio negato al Gay Pride di Varese, previsto per il 18 giugno e promosso dal coordinamento Varese Pride, fa discutere. La posizione del primo cittadino è nota: “Se fosse stato in un altro periodo si poteva anche accordare – osserva il sindaco Attilio Fontana – ma un argomento così divisivo in campagna elettorale non mi sembra il caso”.
La destra
Dallo schieramento di centrodestra però la scelta del sindaco Fontana e della giunta viene difesa: “Ieri la nostra Amministrazione comunale ha negato il patrocino al Gay Pride che si svolgerà a Varese a giugno – afferma Giacomo Cosentino consigliere comunale coordinatore della lista Fdi Varese Cresce che sostiene Paolo Orrigoni – io sono a favore dei diritti civili per tutti, ma il modo migliore per rivendicarli non è di certo andando in giro vestiti da donna o mezzi nudi per corso Matteotti, anzi. Perché al posto di queste carnevalate non si organizza una bella giornata di festa in piazza? Non vorrei pensare che in realtà queste sono solo delle provocazioni….”
Un commento più irridente arriva dall’assessore alla tutela ambientale Riccardo Santinon e rivela come il tema a destra sia visto con un certo fastidio: “Se lo si dà al carnevale, perché no al fuffa pride?”.
Fabio Fedi di Fratelli d’Italia commenta: “Apprendo con soddisfazione che il comune di Varese non ha concesso il patrocinio al gay pride. Rispetto le scelte sessuali di chiunque anche se non le condivido ma francamente mi si deve spiegare dove sta l’orgoglio di essere gay. Se vogliono possono organizzare feste private e “orgogliosamente ” darsi testimonianza”.
I cattolici
L’assessore alla famiglia Enrico Angelini, esponente dei bavaresi che sostiene Stefano Malerba sindaco, ex Forza Italia, ex Ncd, aderente al movimento confessionale di Comunione e liberazione ha emesso un comunicato stampa sul tema in cui afferma che il comune non si deve schierare su questo tema. Il comunicato completo
I leghisti
Il segretario cittadino del carroccio Marco Pinti spiega: “Quello della Giunta di Varese è un atto che giustamente risponde picche a chi in questi mesi ha trasformato in una rissa – continua – quello che in un paese normale sarebbe stato un dibattito, tanto più appassionato quanto più trasversale, su come cambia la famiglia, e che sempre in un paese normale, avrebbe portato fino ad un referendum come accade in Svizzera”. Il comunicato completo
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