Profughi a Cascine Maggio, residenti preoccupati

Sono undici, alcuni abitanti della zona scrivono al sindaco. Il gestore è Exodus: "Sempre presenti nostri operatori"

via Liguria Castronno

Exodus attiva un alloggio per richiedenti asilo a Castronno e dai residenti della zona (Cascine Maggio) arrivano lamentele e preoccupazione per la presenza dei giovani, originari di Gambia e Senegal.

I primi arrivi (una mezza dozzina di ragazzi) risalgono a lunedì 1 febbraio. Immediate le proteste di alcuni residenti: «Non ne sappiamo nulla, nessuno ci ha detto nulla, siamo preoccupati» spiega Luca Monti, che abita a due passi da quello che definisce – nella lettera inviata al sindaco di Castronno – «campo profughi resindenziale». Nella lettera a Luciano Grandi si chiede quante persone saranno ospitate, da chi sarà gestita la struttura (lo stesso Monti fa riferimento a Exodus, avendo visto i veicoli parcheggiati), quali saranno le modalità di pulizia della struttura, della preparazione dei cibi. Viene chiesto anche quali misure il Comune intenda attuare per assicurare il rispetto dell’ «ordine pubblico» e delle norme igienio-sanitarie. «Sono giovani e quindi, data l’età, esuberanti con probabili ripercussioni sulla tranquillità della zona» continua Monti. «Uno di loro questa mattina stava facendo esercizi ginnici nel parcheggio condominiale».

In attesa delle risposte dal Comune, abbiamo sentito invece il gestore della struttura: Roberto Sartori è il responsabile di Exodus, a cui sono affidati dalla Prefettura i richiedenti asilo. Quanti sono i richidenti asilo ospitati in via Liguria? «Al momento sono undici i presenti: sei sono arrivati lunedì 1 febbraio e altri sei nei due giorni successivi. Un camerunense ha scelto di ripartire immediatamente, sono rimasti in undici. Il numero massimo previsto è venti».

Exodus gestisce altre realtà simili (ad esempio a Gallarate, dove i richiedenti asilo sono coinvolti in un progetto sociale di “restituzione” alla città). «Abbiamo avvisato il sindaco, i carabinieri, il parroco» continua Sartori. «Abbiamo già incontri previsti, per cercare di rendere attivi i ragazzi e dare un contributo sul territorio. I ragazzi vengono tutti da Gambia e Senegal, giovani sotto i venticinque anni» (i tempi per l’esame della domanda di asilo da parte della commissione governativa richiedono normalmente dai 7 ai 12 mesi di attesa). In via Liguria saranno presenti a rotazione «due operatori e un cuoco», che garantiscono la copertura delle 24 ore. Exodus – affidataria del servizio – gestisce direttamente la struttura, pagando i proprietari (privati) con i fondi erogati dalla Prefettura.

Fin qui i dettagli forniti dal gestore. In attesa di vedere la posizione del Comune sulla questione.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 11 Febbraio 2016
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