Aimetti torna in pista: “Per un paese più bello ed accogliente”

Silvio Aimetti annuncia sui social network la propria ricandidatura alla guida del suo paese

comerio

È con una bellissima foto di Comerio innevata ed uno slogan in dialetto, “Indua se nass ghe se voer ben anca ai sass”, che Silvio Aimetti annuncia sui social network la propria ricandidatura alla guida del suo paese.

49 anni, sposato e padre di due figli, piccolo imprenditore con una ventina di collaboratori nelle due società che dirige nel campo di sicurezza, ambiente ed energia, un solido passato nel mondo del volontariato e dell’impresa, da 5 anni è sindaco di Comerio.

Tra le molte cose fatte in questi anni, due restano nella memoria per la portata mediatica che hanno avuto: la scelta del luglio scorso di ospitare in un’abitazione di sua proprietà alcuni richiedenti asilo, rinunciando agli introiti per finanziare progetti di reinserimento lavorativo in favore di persone di Comerio in difficoltà e l’appello a Whirlpool perchè non abbandoni il quartier generale della multinazionale. Ma non c’è solo questo: c’è anche Microcosmi, il festival musicale che ha fatto apprezzare Comerio e la sua Villa Tatti Talacchini a moltissime persone. E il progetto di riqualificazione del centro storico, che passa per la costruzione della palestra, ma non solo.

«Si ricomincia, mettiamoci la divisa per la prossima corsa. Fare il sindaco nel posto in cui si è nati, dove sono vissuti i propri nonni e dove vive ancora un proprio Genitore, ha un senso di appartenenza unico. Ho scelto un proverbio locale per descrivere questa sensazione. Il dialetto talvolta riesce a riassumere, in una frase, l’essenza profonda di una popolazione – ha scritto su Facebook per lanciare la nuova corsa alla poltrona di primo cittadino, sempre sotto il simbolo della lista “Il Gesto Vivere Comerio”, con una squadra in gran parte confermata e in parte nuova, che verrà presentata col passare dei mesi verso la data delle elezioni -. Quando penso alla mia gente per me questa è rappresentata da parole come laboriosità, onestà, generosità, riservatezza e solidarietà, il dialetto non ha un colore politico e non lo avrà mai. Sarebbe bello vedere, in questi mesi che ci porteranno alle elezioni comunali, tante foto di Comerio scattate da persone provenienti da altre parti del nostro paese o da altri stati, con questa frase “tradotta” nei loro dialetti o nelle loro lingue. Sono certo che troveremmo ancora più motivi di incontro per vivere Comerio, rendendolo sempre più bello ed accogliente».

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Marzo 2016
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