Blitz anti bracconaggio nei boschi di Bodio

Scoperta una rete nei boschi per la cattura di piccoli volatili: alcuni sono stati liberati. «Un territorio molto vasto da controllare - dice Mirabelli- abbiamo bisogno di risorse»

varie

Si tende una rete a maglie fitte tra un albero e l’altro e poi si torna a casa. Come se niente fosse. E si ritorna qualche giorno dopo per riprendere il “bottino”: piccoli uccelli che restano impigliati e muoiono per il freddo o perché, nel tentativo di liberarsi, restano soffocati.

I bracconieri non si fermano davanti a una nevicata ma neppure gli uomini dell’antibracconaggio. E così domenica scorsa gli agenti della Vigilanza Ittico Venatoria della Provincia di Varese, sono intervenuti nel comune di Bodio Lomnago, dove hanno trovato una tesa di rete tipo “mist-net” posizionata per la cattura di avifauna.

Gli agenti hanno tolto la rete e rimosso alcuni uccelli rimasti imprigionati:  una cincia mora, un fringuello, due lucherini, un verdone e una cesena. Fine migliore è capitata a un tordo bottaccio che è stato  immediatamente liberato sul posto poiché considerato idoneo al volo. Gli agenti ittico venatori hanno sequestrato la rete ed è attualmente in corso la stesura della informativa di reato alla Procura della Repubblica di Varese.

Scopo di questa assurda forma di “caccia” è catturare uccelli che spesso poi vengono cucinati, se della specie idonea.

«E’ una delle forme più odiose di bracconaggio – commenta Fabrizio Mirabelli, Consigliere provinciale delegato alla Sicurezza – A volte lo troviamo anche nei laghi: i bracconieri posizionano le reti poi le abbandonano. I pesci restano impigliati e continuano ad impigliarsi per giorni, mesi e settimane. Se non interveniamo e non le individuiamo diventano un pericolo anche per i bagnanti».

«Le nostre azioni continuano con successo come dimostra l’intervento di Bodio e non interessano solo animali di grossa taglia, ungulati e selvaggina, ma anche l’avifauna. E non è semplice perché il territorio da monitorare è molto ampio e non si limita solo a parchi o aree protette. L’azione messa in campo però risulta essere efficacie, visto i tanti risultati concreti finalizzati a ridurre il reato di bracconaggio.

Il nostro obiettivo è continuare su questa strada ma  l’auspicio è che Regione Lombardia continui a garantire le risorse necessarie per svolgere al meglio, come stiamo facendo, tutti i compiti di polizia faunistico, ittica e venatoria. Abbiamo 19 agenti a disposizione e la Regione ne prenderebbe in carico, come prevede la nuova normativa, soltanto 16: troppo pochi. Il lavoro che svolgono gli agenti della vigilanza ittico venatoria della polizia provinciale è ammirevole perché si svolge soprattutto la notte e il territorio da battere è davvero molto vasto. Dobbiamo avere le risorse per andare avanti altrimenti i risultati, ottimi sino ad oggi, non saranno più gli stessi».

di
Pubblicato il 09 Marzo 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.