Colombo: l’accordo varesino sull’apprendistato è valido

Secondo il direttore di Confartigianato, dall’accordo varesino possono nascere nuove modalità nelle relazioni sindacali. «Invitiamo tutte le rappresentanze sindacali ad un prossimo confronto operativo»

Apprendistato

Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Imprese Varese, ritorna sull’accordo relativo all’apprendistato, siglato a Varese tra artigiani,  Confcommercio e Cisl dei Laghi, intesa che ha sollevato non poche critiche da parte dei sindacati  Cgil e Uil e dell’associazione datoriale varesina Cna. Colombo in questo scritto argomenta e spiega i punti controversi e le ragioni di quell’accordo. (foto, da sinistra: Mauro Colombo, Sergio Bellani e Gerardo Larghi durante la firma dell’accordo)

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L’accordo sull’apprendistato sottoscritto il 2 febbraio da Confartigianato Imprese Varese, Confcommercio e Cisl dei Laghi, oltre ad essere stato oggetto di un confronto vivace fra le parti sociali può essere considerato precursore di nuove modalità nelle relazioni sindacali. Non è un caso che in questi ultimi giorni si sia aperto a Roma, nella sede di Confartigianato, il tavolo di confronto sulla riforma del modello contrattuale e sulla rappresentanza tra le associazioni che tutelano gli interessi delle piccole e medie imprese e le tre sigle sindacali. Un confronto per definire e valorizzare i due livelli di contrattazione, nazionale e locale, dove la contrattazione nazionale deve essere il livello di garanzia minima salariale e normativa, e il secondo livello territoriale deve saper leggere e tradurre le differenze reali nelle condizioni sociali, economiche e occupazionali del Paese.

È per questo che come Confartigianato Varese, Associazione attiva in una provincia da sempre considerata un esempio di “virtuosismo sindacale”, con l’accordo sull’apprendistato di primo livello abbiamo voluto realizzare le migliori condizioni per soddisfare una richiesta che da troppo tempo veniva registrata sul nostro territorio: quella di mettere a disposizione dei ragazzi e delle imprese della nostra provincia un ulteriore strumento per combattere la disoccupazione giovanile.

ACCORDO VALIDO O  NON VALIDO? – Lo abbiamo fatto con un accordo che, ribadiamo, è giuridicamente valido perché sottoscritto da due associazioni datoriali tra le maggiormente e comparativamente più rappresentative a tutela degli interessi di imprese di settori diversi (artigianato e terziario). Per quanto concerne la rappresentanza sindacale il discorso è equivalente, ovvero anche il sindacato sottoscrivente è certamente rappresentativo dei lavoratori dei settori interessati nella nostra provincia. È perciò indubbia la natura interconfederale dell’accordo, in quanto nella dottrina giuridica sono considerati interconfederali anche gli accordi sottoscritti da una sola sigla datoriale quando rappresentativa di settori diversi.
E’ necessario sottolineare, poi, come lo stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nella circolare 29 dell’11 novembre 2011, ha chiarito che «mentre il rinvio alla contrattazione collettiva è effettuato solo per il livello nazionale di categoria, nulla esclude che l’attuazione dei principi e criteri direttivi elencati all’articolo 2, comma 1, del d.lgs. 167/2011 possa avvenire anche mediante accordi interconfederali di tipo territoriale eventualmente cedevoli rispetto alla contrattazione collettiva di settore».
E nessuna volontà c’è stata da parte nostra di pregiudicare la responsabilità dei livelli territoriali: è per questo che nell’accordo siglato in Confartigianato Imprese Varese è stato inserito, all’art. 15, il criterio della “cedevolezza”, cioè la volontà di considerare nullo l’accordo varesino nel momento in cui fosse stato firmato quello regionale.

MERCATO DEL LAVORO – La preoccupazione che ci muove da anni insieme ai sindacati è quella rivolta al mercato del lavoro, e particolarmente ai giovani, dove abbiamo generato molti esempi virtuosi nel passato. Il nostro ultimo accordo, anche per avere suscitato una evidente reattività su altri livelli, ha mantenuto le medesime caratteristiche. Altri temi, inoltre, si affacciano all’orizzonte e con un certo grado di priorità: quello della produttività, della flessibilità e dello smart-working, le dinamiche occupazionali e professionali indotte dalle nuove tecnologie, il welfare aziendale.

CONFRONTO CON LE PARTI SOCIALI – Quando percorribile, e rispettando le esigenze di imprese e lavoratori nonché di una adeguata tempestività di decisione, per la nostra associazione rimane comunque auspicabile che le soluzioni di questi problemi del mondo del lavoro accolgano l’adesione di tutte le parti sociali. Per questo mettiamo a disposizione il nostro impegno, e la nostra disponibilità, affinché si possano realizzare queste condizioni e invitiamo tutte le rappresentanze sindacali ad un prossimo confronto operativo, al fine di realizzare quelle risposte che interesseranno le esigenze specifiche delle imprese e dei lavoratori del nostro territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Marzo 2016
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