Dipendenti de La Quiete in stato di agitazione

Ancora notizie di difficoltà per i lavoratori della casa di cura. I sindacati sono tornati dal Prefetto e annunciano misure dopo la pausa pasquale. La proprietà replica: in ritardo, ma di pochi giorni

quiete apertura

I lavoratori sono sul piede di guerra. Alla casa di cura “La Quiete” il disagio dei dipendenti aumenta a fronte di una difficoltà ad ottenere gli stipendi e, a quanto sostengono i sindacati, anche risposte.

Questa mattina, i delegati di Cisl Miriam Marzetta e Nino Ventola e Cgil Cinzia Bianchi e Davide Farano si sono recati dal Prefetto annunciando lo stato di agitazione. Dallo scorso ottobre, gli stipendi non arrivano con puntualità da parte del Gruppo S. Alessandro srl società di Frosinone che controlla la casa di cura La quiete srl e le due società ad essa collegate, la Quiete diagnostica srl e la Quiete servizi srl. 

« Lo scorso 22 gennaio – chiariscono i sindacati – ci siamo ritrovati dal Prefetto dottor Zanzi, perché i lavoratori non percepivano il salario da tre mesi. Si è concordato un pagamento a saldo nell’arco di un mese. Di fatto, però, mentre le due prime mensilità sono state versate, la terza non è arrivata e così non è arrivata quella di febbraio e ora quella di marzo. Abbiamo chiesto spiegazioni ma non c’è stata data risposta. Per questo motivo oggi siamo tornati dal Prefetto a cui abbiamo annunciato lo stato di agitazione dei lavoratori».

Nell’ottobre scorso si era parlato di un disguido con le banche: «È innegabile che ci siano stati dei ritardi – dice Christian Sorrenti, avvocato della società di Frosinone -, ma tutto è nato da un disguido con le banche perché non è certo interesse di nessuno, né della società e penso nemmeno dei dipendenti arrivare a compromettere questo rapporto, mentre è interesse di tutti lavorare con unità d’intenti». Anche oggi, l’avvocato smorza la polemica: « In queste ore è stata pagata la mensilità che ancora mancava, quanto al mese di febbraio la società è in ritardo, ma solo di qualche giorno. Spiace che la riunione con il Prefetto si sia svolta: il gruppo aveva chiesto lo slittamento a domani e il Prefetto non era contrario. La proprietà sta facendo il possibile per ottemperare alla giuste richieste dei lavoratori»

La reiterazione del comportamento, però, preoccupa molto i lavoratori ( una sessantina) che, passata la pausa pasquale, potrebbero proclamare lo sciopero: « A noi non interessano i progetti della società – spiegano i sindacati – chiediamo solo che i lavoratori sempre molto professionali nella cura degli assistiti che pagano, possano ottenere lo stipendio»

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Pubblicato il 21 Marzo 2016
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