I 750.000 euro del “Caso M” rimangono nel mistero

L'interrogazione sul caso del dirigente comunale illegittimo che ha lavorato a Palazzo Gilardoni per 6 anni è stata discussa a porte chiuse dal consiglio comunale

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Perché non si è proceduto a contestare l’illecita percezione di 765.000 euro? Perché non si è portato il falso dirigente comunale in tribunale? Cosa si farà contro gli amministratori e i dirigenti che hanno causato questo problema? Sono queste le domande del “Caso M.” ma che, almeno per ora, continueranno a non avere risposta.

Il consiglio comunale di giovedì 3 marzo ha infatti deciso di discutere a porte chiuse l’interrogazione presentata dal presidente del consiglio stesso, Diego Cornacchia, sulla vicenda del direttore generale del comune che ha lavorato in comune dal 2000 al 2006, senza però avere i requisiti per farlo.

La richiesta di discutere a porte chiuse, allontanando pubblico e giornalisti, è arrivata dal leghista Francesco Speroni (che all’epoca era Presidente del Consiglio Comunale, ndr) ed è stata supportata da tutti i consiglieri con la sola eccezione del Partito Democratico e dello stesso Diego Cornacchia. La vicenda del “Caso M” è raccontata qui.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Marzo 2016
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