Il perito del tribunale al lavoro nel centro iperbarico
Il prof. Augusto Di Giulio è stato nominato dal TAR di Milano per chiarire le condizioni di sicurezza del centro, chiuso da quasi un anno
Al centro di medicina iperbarica di Laveno Mombello è arrivato il perito nominato dal TAR di Milano. Il prof. Augusto Di Giulio esperto in sicurezza di impianti industriali, dovrà al rispondere ai quesiti posti dallo stesso TAR di Milano circa la “sicurezza dell’impianto di Laveno”.
Il centro è stato chiuso dall’ASL di Varese, diventata con la Riforma sanitaria ATS dell’Insubria, un anno fa, il 15 aprile. Da allora una battaglia legale viene portata avanti dalla proprietà che si è rivolta al TAR, il quale ha rigettato la sua richiesta di sospensiva delle proroghe adottate.
«Per la cronaca si ricorda che sono ben 7 gli atti amministratiti di proroga della chiusura ricevuti dal centro in questi mesi – commenta Tiziana Petoletti, amministratore del centro – Tutti redatti e firmati dai vertici ATS che hanno, per così dire, “deciso di non decidere” e lasciare il tutto in una situazione “sospesa ed incerta” con l’unica speranza che il centro chiuda per fallimento. Il centro però resiste e aspetterà il verdetto del TAR, verdetto che si fa sempre più vicino e soprattutto aspettano i tanti e tanti malati che da mesi, anzi anni, attendono una risposta e non sanno come fare per ricevere le cure adeguate»
È nato anche un comitato dei malati che hanno iniziato una raccolta firme (cartacea ed on line).
Anche i periti di parte sono al lavoro. Il centro ha nominato come periti e consulenti il Prof. Marco Brauzzi, già capitano di Fregata della Marina Militare Italiana, docente di Medicina Subacquea ed Iperbarica all’Università di Pisa e già direttore sanitario del Centro Iperbarico dell’Ospedale Niguarda di Milano coadiuvato dall’Ing. Francesca Foggetti esperta di impianti iperbarici e direttore tecnico dell’Istituto Lombardo di Medicina Iperbarica di Milano (ILMI).
« Stiamo lavorando perché tutto si possa risolvere e dimostrare inconfutabilmente che il nostro impianto era ed è sicuro e soprattutto che nessuno ha mai rischiato la vita usufruendo della terapia iperbarica» ha concluso Tiziana Petoletti.
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