Incinta in campagna elettorale: “Le mamme sindaco sono una risorsa”

Sulle dichiarazioni di Bertolaso legate alla gravidanza della Meloni, l'opinione di due donne sindaco: Ida Petrillo e Laura Cavalotti

Ida Petrillo e Laura Cavalotti

«Le donne sono forti e possono fare tutto con decisione e delicatezza». Con queste parole il sindaco di Clivio, Ida Petrillo, e di Tradate, Laura Cavalotti, hanno commentato le dichiarazioni di Guido Bertolaso, candidato sindaco di Roma indicato da Berlusconi, che ha suggerito all’altro candidato del centrodestra, Giorgia Meloni, di “pensare a fare la mamma e non alle buche e alla sporcizia”.

Frasi che hanno sollevato numerose polemiche.

Eppure, i sindaci donne e madri non sono una novità. Nella provincia di Varese i sindaci donna sono 19 su 139; e molte sono anche mamme, di uno o più figli, come è il caso di Laura Cavalotti (anche consigliere provinciale delegato al bilancio), o di Ida Petrillo, primo cittadino di Clivio.

Leggi l’articolo con infografica sulle donne-sindaco in provincia di Varese

Il caso di Ida Petrillo è emblematico: nell’ultima campagna elettorale, quella del 2011, era incinta del secondo figlio: «Ero ancora più pazza delle Meloni – commenta -. Lei oggi non sa ancora cosa voglia dire essere madre, e quindi l’impegno che richiede avere un figlio e portare avanti un Comune. Io lo sapevo benissimo e, nonostante questo ho voluto farlo lo stesso. Ma posso dire senza rimorsi che la mia carriera politica sia stata caratterizzata dai bambini, perché il primo figlio l’ho avuto durante il primo mandato da sindaco».

La Petrillo ha lasciato il lavoro da geometra per dedicarsi a famiglia e Comune: «La lotta più grande è stata contro il pregiudizio, come potrebbe essere emerso dalle dichiarazioni di Bertolaso. Posso capirlo se ha fatto quelle affermazioni come padre di famiglia che conosce l’impegno di una madre. Ma se ha detto quelle parole per mettere in dubbio la candidatura della Meloni, allora dico di no: una donna è molto forte a livello fisico e mentale e può fare tutto».

«In questi anni da mamma e sindaco è stata una lotta continua – prosegue il sindaco di Clivio -: avevo l’appoggio della famiglia con un grande aiuto da parte di tutti, però è stata una lotta contro la mentalità del resto del mondo: già si parte svantaggiate perché siamo donne, poi tutto peggiora perché hai appena avuto un figlio. La più grande fatica non è stata per affrontare il lavoro: sottolineo che non ho mai saltato un consiglio comunale, che ho partorito al venerdì e che il lunedì ero in Comune con la carrozzina. La più grande fatica è stata nei confronti del pregiudizio: si pensa che non si possa far bene la mamma se si fa il sindaco, ma non è vero. Si può conciliare tutto. Devi dare sempre la precedenza ai bambini perché altrimenti soffrono e i sensi di colpa nei fine settimana arrivano alle stelle. Bisogna mettere paletti chiari, ma si può fare tutto e bene. Non ho rimpianti per le scelte che ho fatto».

Diversa la situazione del sindaco di Tradate, Laura Cavalotti, che ha vissuto la maternità quando era funzionario comunale, poco più di 30 anni fa. «Sul tema della parità sono molto attenta – commenta duramente -. Non vedo perché una donna non possa fare il sindaco appena avuto un bambino, la considero un’affermazione sciocca e senza senso. Ritengo, invece, che sia un’enorme ricchezza quella che la donna-mamma può dare alla città, con una grande sensibilità che si matura in queste condizioni».

La Cavalotti non difende politicamente la Meloni: «L’unica cosa che mi dispiace è che sia di destra, porta avanti valori che non condivido. Ma essere madre non è una questione di destra o sinistra».

E aggiunge, raccontando la sua esperienza, che «coniugare lavoro e maternità è assolutamente possibile. Quando diventai madre, ero responsabile in Comune, i miei figli sono cresciuti con una certa autonomia nel vedere la mamma che lavora, credo che li abbia in un certo senso rafforzati. Naturalmente sono state fondamentali le infrastrutture: ho potuto continuare il mio lavoro, nonostante avessi perso presto mia madre, perché c’era l’asilo nido comunale. In queste condizioni occorre avere il supporto dei servizi che sostengono la donna, oltre alla presenza dei nonni che, ancor di più oggi, sono fondamentali per la famiglia».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 16 Marzo 2016
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    A vabbè, ancora una volta mi sento il dovere di fare la voce stonata fuori dal coro.
    Secondo me la Meloni sulla maternità ci sta marciando e la sta usando per la sua campagna elettorale.
    Perché purtroppo gli italiani hanno la memoria corta in quanto il ministro della gioventù Meloni nel governo Berlusconi nulla fece contro la abrogazione della legge 188/2007 contro le dimissioni in bianco, cioè contro quella pratica consistente nel far firmare al lavoratore o alla lavoratrice le proprie dimissioni in anticipo, al momento dell’assunzione; da completare poi, riempiendo il foglio con la data desiderata a fronte di una malattia, un infortunio, un comportamento sgradito, o – caso più diffuso – una gravidanza.
    E poi parlare di impegno di mamma con delle persone che si possono permettere tate e baby sitter 24 ore al giorno è offensivo verso quelle donne che il culo se lo fanno davvero.
    Beati voi che credete all’ennesimo squallido teatrino di destra firmato Bertolaso-Meloni.

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