La dignità della vita nell’omelia pasquale di Scola

Il cardinale Angelo Scola ha presieduto il solenne Pontificale di Pasqua. Nella notte aveva battezzato 14 adulti proveniente da quattro diversi continenti

Il cardinale Scola a Gazzada (inserita in galleria)

Oggi domenica 27 marzo, in Duomo, l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha presieduto il solenne Pontificale di Pasqua.

Nella sua omelia Scola ha spiegato che “noi siamo testimoni, senza indugio, del Risorto. La Sua è ormai una presenza definitiva. Vincendo il terribile duello contro la morte, Gesù ha aperto alla nostra vita la speranza certa del per sempre.
Questo desiderio del per sempre che ogni uomo si porta nel cuore, prende forma piena con la risurrezione di Gesù. Partendo dalla storia investe la vita dopo la morte, caratterizzata non solo dall’immortalità dell’anima, ma dalla risurrezione della carne. Vivremo con Gesù nel nostro vero corpo. Lo testimoniano le nostre sorelle ed i nostri fratelli inermi, che in Medio Oriente, e altrove, non cessano di consegnare la vita al martirio. La morte, che permane in tutta la sua bruttura psicologica, ha perso il suo pungiglione, è diventata solo apparenza esteriore di morte”.

Poi, Scola ha mostrato tre implicazioni della Risurrezione per la vita terrena che i cristiani non cessano di proporre nella società plurale.

“Anzitutto il per sempre chiede di salvaguardare la dignità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale. Che qualità di vita può possedere una società che non accoglie il concepito, in cui non si accompagnano i  propri cari nel trapasso dalla laida morte alla vita definitiva?

In secondo luogo il Risorto dà ragione piena al per sempre dell’amore tra l’uomo e la donna, testimoniato dalle  migliaia e migliaia di sposi dopo trenta, quaranta, cinquanta e più anni di matrimonio. Da questo amore fedele scaturisce un fattore di solidità per le nostre società. La famiglia, infatti, è scuola primaria di fiducia, di promessa, di compito, di realizzazione. Senza di essa non si può edificare una vita buona e capace di accoglienza.

Infine Gesù Cristo risorto, che è il per sempre dell’amore del Padre per ogni donna ed ogni uomo si manifesta nell’esperie nza del perdono. L’Anno Santo della Misericordia, che Papa Francesco ha indetto per tutta la Chiesa, ci fa sentire figli e, quindi, fratelli e sorelle”.

In precedenza, nella notte, sempre in Duomo, l’Arcivescovo ha presieduto la solenne Veglia di Risurrezione, cuore di tutto l’anno liturgico.

Durante questa Veglia 14 catecumeni hanno ricevuto il Battesimo: due originari del Vietnam, due della Cina, uno della Francia, due dell’Albania, uno della Nigeria, uno del Perù, uno della  Russia, 4 italiani. Complessivamente sono stati 116 gli adulti che nella notte hanno  il battesimo in tutta la Diocesi.

A loro nella Veglia pasquale si è rivolto nell’omelia il card. Scola: “Ricevendo i sacramenti dell’iniziazione cristiana, cari catecumeni, sarete incorporati a Gesù risorto e in Lui alla Santa Chiesa. Pieni di gioia, noi vi accogliamo in questa notte benedetta come fratelli e sorelle, membri della famiglia dei figli di Dio. Siete germogli eloquenti e preziosi della perenne giovinezza della Chiesa Ambrosiana e non solo”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Marzo 2016
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