Legno e Arredo

La primavera è nel piatto. Pasta agli agretti

Nuova ricetta suggerita dal nostro appassionato cuoco Pierre Ley che ha anche pubblicato un ebook che porta lo stesso nome di questa rubrica

Pasta agli agretti

Nuova ricetta suggerita dal nostro appassionato cuoco Pierre Ley che ha anche pubblicato un ebook che porta lo stesso nome di questa rubrica:

Già iniziano a spuntare sulle bancarelle dei mercati, annunciando l’arrivo della primavera anche in tavola. Col loro verde brillante e folto segnalano allegramente il risveglio della natura. Sono gli agretti, o barba dei frati, conosciuti sin dall’antichità in tutto il bacino del mediterraneo e di cui la tradizione popolare della penisola fa largo uso per la loro facile reperibilità e il loro basso costo.

Mettono voglia di primavera nel piatto con la loro acidula freschezza. Un tempo coltivati più per estrarne la soda per la produzione del vetro e del sapone – il loro nome scientifico è infatti Salsola Soda – oggi hanno un utilizzo prettamente culinario. Se ne consumano i germogli in molte forme anche se spesso, al giorno d’oggi non si sa bene come utilizzarli. Il principio da seguire è quello degli altri ortaggi a foglia verde, quindi un lavaggio accurato, una sbollentatura per pochi minuti dopo essersi liberati dalle radici e poi un ripasso eventuale in padella per essere pronti alle più svariate preparazioni. Uniti a uova sbattute diventano una fritatta “de saison” molto presentabile.

Nella foto odierna uno “spaghettone” di pasta fresca con agretti e pancetta. In questo caso la pasta è stata semplicemente cotta insieme agli agretti e scolata al dente. Qui sarebbero sufficienti anche solo una noce di burro e una spolverata di parmigiano, ma volendo la si può arricchire a piacere, ad esempio con la pancetta rosolata nella cui padella si andrà a ripassare la pasta appena scolata.

Sempre interessante il recupero di un fondo di arrosto o di stufato altrimenti inutilizzabile – in cucina non si spreca nulla! – a far da base al soffrittino di pancetta. Il risultato è sicuramente allegro alla vista, con quegli eleganti nastri verdi abbracciati ai rozzi spaghetti, gradevole all’olfatto grazie alla pancetta e all’eventuale, irresistibile, gràs de ròst (fondo d’arrosto) e in bocca deciso e appagante col gioco delle consistenze e dei gusti contrapposti. L’acidulo degli agretti a contrastare l’unto della pancetta, mentre la croccante sapidità dei lardoni completa la tenerezza dei germogli ed il velluto del fondo d’arrosto. Nei bicchieri un vino rosso giovane e poco impegnativo, o una bollicina a festeggiare la gioia della nascitura primavera.

di
Pubblicato il 22 Marzo 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.