Molle e sciupona, la Openjobmetis cade a Bologna

I biancorossi non riescono mai a sfruttare le occasioni e perdono 76-67 sul campo di Virtus più vivace e aggressiva

Obiettivo Lavoro Bologna - Openjobmetis Varese 76-67

É una solita “Openjobmetis Milledifetti” quella che torna sconfitta in modo meritato dal viaggio a Bologna, equiparabile in certi passaggi vuoti a una vera e propria gita. Varese perde male, non tanto nel punteggio (76-67, ma la Virtus ribalta la differenza canestri che all’andata era stata di +7 per i biancorossi) quanto per l’atteggiamento: gli uomini di Moretti hanno quasi sempre subito la vivacità di una Obiettivo Lavoro non troppo di talento ma più abile a mettere sul parquet grinta, voglia e in caso di bisogno, anche gomiti alti e mani addosso.

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E la Virtus ha trovato terreno fertile nella metà campo della Openjobmetis, che ha sistematicamente sciupato ogni occasione favorevole per rimontare nel punteggio. Per larghi tratti Cavaliero e compagni hanno dato l’impressione che la partita andasse da loro, come la montagna a Maometto, ma ciò non è mai avvenuto e così i biancorossi sono rimasti a mani vuote, e hanno già affievolito il ricordo della squadra capace di vincere tre volte in otto giorni tra Torino, Trento e Gaziantep.

Certo, Varese da qui a fine campionato dovrà giocare con un uomo in meno (Faye non può essere rimpiazzato), ma questa non potrà essere una scusante. A Bologna a naufragare è tra l’altro stato il settore guardie, con un Wright a corrente alternata, un Wayns mai in partita e un Cavaliero incapace di tappare le falle aperte dai due americani, buchi in cui Gaddy si è doloramente infilato a più riprese. Qualcosa meglio si è visto dalle parti di ali e lunghi, dove Kuksiks è stato l’unico a garantire continuità in attacco e dove i pivot hanno almeno provato a impensierire il temuto Pittman, salvo farsi impacchettare da Mazzola. Insomma, il quadro è davvero un po’ triste (come triste è stato l’arbitraggio – equilibrato – di Paternicò e compari, fiscali, permalosi e tecnicamente scarsi), anche se per lo meno la situazione di classifica evita psicodrammi, con Torino Ko anche a Capo d’Orlando. Ma chiaramente i proclami di playoff dispensati a inizio stagione dalla dirigenza, finiscono spernacchiati una volta di più.

DICIOTTO E QUINDICI – Tanti incroci alla palla a due di Casalecchio; Moretti è stato grande giocatore a Bologna, Kangur ha iniziato lì la sua lunga avventura italiana, il vice di Valli, Cavicchi ha assistito Pillastrini a Varese e ha qui vinto la A2, Mazzola e Campani sono stati compagni di squadra a Montegranaro. Sugli spalti non manca il supporto di qualche gruppetto di tifosi biancorossi, “adescati” dalle recenti vittorie scacciacrisi ma nel complesso l’atmosfera non è quella dei tempi migliori.

Obiettivo Lavoro Bologna - Openjobmetis Varese 76-67
Wright braccato dalla difesa Virtus

LA PARTITA – Avvio un po’ diesel della Openjobmetis che però trova due triple e capisce di avere le armi per farsi notare. Campani punge da fuori, Davies che gli subentra ha il piglio buono e Varese tocca il 12-19 prima di stopparsi su un fischio demenziale (fallo a Wayns su Cuccarolo, grosso il doppio, su canestro segnato di Bologna). E per questa squadra tanto basta per andare in tilt, così alla pausa c’è solo un punto a favore degli ospiti, 18-19.
Quello che non c’è più è l’inerzia: a cavallo dei due periodi la Obiettivo Lavoro piazza un parziale di 14-0 che la dice lunga sulla reattività dei biancorossi. Nel secondo quarto Varese segna appena 10 punti (quasi di fila), Mazzola da solo ne fa sette e a metà gara è la Virtus a comandare in scioltezza, 37-29.

Un trend che non muta dopo l’intervallo: Bologna resta avanti in una gara piuttosto scialba grazie a Pittman ed Hasbrouck, Varese insegue con il solo Kuksiks a colpire. Poi, nel finale, l’unico sprazzo di Cavaliero e una tripla ancora di Kuksiks di colpo ridanno il -4 a Varese che chiude però due passi più in giù per due liberi segnati da Collins (57-51).

IL FINALE – La partita offrirebbe ancora qualche occasione ai biancorssi, ma ogni volta che prendono la rincorsa finiscono per lasciare le cose a metà. Hasbrouck prima crea il break e poi commette quarto e quinto fallo con un tecnico, ma la palla successiva scappa dalle mani di Davies. Tecnico e quinto fallo anche a Wayns che sparacchia da 3 dopo una tripla di Kuksiks e una buona difesa e poi sbotta con gli arbitri. Poi Wright fa il -6 e ruba palla in attacco ma Campani fallisce il piazzato e Cavaliero sbaglia il passaggio per Davies costretto all’antisportivo. Segnali chiari, Varese non è in grado di vincerla, e infatti si chiude 76-67 con la Virtus brava anche a guadagnare una differenza canestri, che probabilmente non conterà nulla, ma spiega la diversa volontà delle due nobili semi-decadute.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Marzo 2016
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