Nel 1400 era il refettorio dei frati. Domani sarà una sala mostre

Per quattro anni senza tetto l'ex Convento del Crocefisso ha riportato enormi danni. Una lavoro certosino di restauro metterà in sicurezza la struttura, con una novità

L’antico Convento del Crocefisso di Tradate, un tesoro che risale al 1400 e che in parte tornerà a splendere nella primavera 2017, con la creazione di una sala mostre nell’ex refettorio dei frati. È infatti questo l’obiettivo dei restauratori e dell’amministrazione comunale: il cantiere è già partito da diversi mesi, ma tante sono state le sorprese a cui sono trovati di fronte gli operatori. Su tutte il certosino lavoro, voluto in accordo con la Sovrintenda, per il recupero della struttura portante, con la sostituzione, uno per uno, dei mattoni crudi che stavano cedendo sotto il peso della mura stesse.

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La situazione di emergenza è nata a causa del fallimento della ditta che cinque anni fa, nel 2011, aveva vinto l’appalto pubblico per la messa in sicurezza dell’ex convento.  Purtroppo l’azienda aveva smantellato il tetto e la chiusura del cantiere aveva portato l’interno dello stabile all’esposizione delle intemperie per ben quattro anni. «Una situazione dannosa per tutta la struttura – spiega l’architetto Giorgio Cassani, consulente del sindaco Laura Cavalotti, che sta seguendo giorno per giorno la pratica -. Ci siamo trovati di fronte a un muro portante che stava per crollare, oltre ai mattoni che si stavano per sbriciolare. In accordo con la Sovrintenza abbiamo deciso lo stralcio del vecchio progetto per effettuare i nuovi interventi di messa in sicurezza, come la sostituzione dei mattoni e la creazione di una copertura in legno definitiva per la parte più antica del convento, quella che risale al 1400».

In questa parte antica vi sono anche affreschi che dovrebbero risalire allo stesso periodo. Di tutto l’intervento se ne sta occupando l’azienda di restauro di Salvatore Napoli che in questi mesi ha operato nella parte strutturale. «È stato un lavoro lungo e necessario per non perdere un tesoro importante come il Convento – spiega il restauratore -. Ci siamo trovati di fronte a un intervento che non solo mettesse in sicurezza, ma che rispettasse anche l’antichità della struttura».
Nella foto sotto: a sinistra gli affreschi scoperti nel 2008 nel refettorio, a destra lo stato oggi dopo 4 anni di intemperie

Restauri al convento

Ora l’obiettivo del Comune, finito il lavoro certosino di sostituzione dei mattoni, è quello di posizionare la copertura il prima possibile e proseguire con il recupero parziale dell’edificio. Tutto con il finanziamento di 500mila euro ottenuto nel 2010, partecipando ad un bando specifico pubblicato da ARCUS e finalizzato al restauro e alla riqualificazione dell’ex convento. Erogato poi nel 2014, a cui si sono aggiunti 80mila euro stanziati dall’amministrazione comunale. Ciò ha permesso l’avvio della gara d’appalto. «Abbiamo dovuto fare delle scelte in accordo con la sovrintendenza – aggiunge il sindaco Cavalotti -. Non avendo altri fondi da mettere a disposizione, dovevamo decidere se mettere in sicurezza tutta la struttura e non rendere fruibile a nessuno il Convento, oppure se finire la parte più antica e mettere una copertura provvisoria sulla parte più nuova. Abbiamo scelto la seconda ipotesi: questo ci permetterà di creare un piccolo spazio espositivo nella zona del refettorio, dove ci sono gli affreschi». 

Nell’ex Convento di Tradate nascerà quindi, nella primavera del 2017, una sala di circa 100 metri quadri che sarà destinata a spazio espositivo attrezzato, che sarà anche fruibile e visitabile dai cittadini. In aggiunta sarà inoltre abbattuta una porzione di edificio non vincolato, adiacente all’attuale strada che costeggia il convento, per creare un passaggio diretto con l’antico edificio. «Sarebbe bello che poi, nel futuro, fossero gli stessi cittadini – conclude il sindaco – a decidere quale sarà la destinazione, e quindi adeguare le risorse per la riqualificazione, della restante parte dell’ex Convento. Mi auguro che questo possa accadere».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 10 Marzo 2016
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