Siac: i lavoratori dicono sì all’accordo

L'accordo passa con 176 sì e 27 no. Previsti 17 prepensionamenti, dieci licenziamenti e contratti di solidarietà fino al raggiungimento dei livelli produttivi ottimali

Siac Cavaria

Quella della Siac, azienda metalmeccanica di Cavaria con Premezzo, è stata una storia infinita ma alla fine l’accordo tra le parti è stato trovato. Mancava solo l’approvazione dei lavoratori che è arrivata a larga maggioranza: 176 sì e 27 no. Ricordiamo che la Siac, a lungo in stato di fallimento, è stata acquistata il 10 febbraio scorso all’asta fallimentare dalla Iamet srl di Giuseppe Toia, dopo due tentativi andati a vuoto, per un valore di 6milioni e 800mila euro.

L’accordo, raggiunto dai due curatori fallimentari, dall’ingegner Toia, dalla rsu  e dai sindacalisti Domenico Lumastro della  Fiom Cgil, Fabio Dell’Angelo della Uilm e Angelo Re della Fim Cisl dei Laghi, prevede 27 esuberi, tra prepensionamenti (17) e licenziamenti veri e propri (10), e  il passaggio dei 185 lavoratori alla newco (la nuova società), che continuerà a chiamarsi Siac, sulla base dei vecchi contratti che prevedevano la tutela reale (reintegra del lavoratore), come previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Al posto della quattordicesima è previsto un riconoscimento economico sostitutivo di valore pari al rateo lordo mensile dell’ex quattordicesima. Il tfr e i ratei maturati con la vecchia proprietà dai 185 dipendenti passeranno totalmente in capo alla Iamet srl.

Si faranno inoltre contratti di solidarietà difensivi nei singoli reparti fino al raggiungimento dei livelli produttivi ottimali, mentre per i lavoratori che non rientrano nell’accordo la cassa integrazione continuerà fino a fine dicembre, anziché cessare subito. Infine, per l’accompagnamento alla pensione la nuova proprietà mette a disposizione 32mila euro.
«È chiaro che per un sindacalista – dice Fabio Dell’Angelo della Uilm – il fatto che anche un solo lavoratore non rientri nell’accordo è una sconfitta. Ma ci trovavamo in una situazione dove i margini di manovra erano strettissimi, perché l’alternativa era la chiusura, lo smembramento della società e la fine di questa storica azienda».

La nuova proprietà che fin dalla prima asta fallimentare ha dimostrato molta determinazione nel volersi accaparrare la Siac, ha già predisposto un piano di investimenti per rilanciare l’azienda che aveva un discreto portafoglio clienti. «Questo storico marchio ha una buona reputazione sul mercato – conclude Dell’Angelo – e lo dimostra il fatto che la nuova proprietà abbia voluto mantenerne il nome. Tra l’altro ci riferiscono che vecchi clienti già chiamano, tutti segnali incoraggianti. Una cosa è certa: noi come sindacati dei metalmeccanici marcheremo stretta la proprietà sul capitolo investimenti».

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Pubblicato il 24 Marzo 2016
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