“A dieci anni dall’apertura, questo ospedale è sempre in emergenza”

Il consigliere del PD Mirabelli torna sulla qualità dell'ospedale e del suo pronto soccorso chiedendo a sindaco e giunta di esprimere il proprio giudizio

Pronto soccorso, è di nuovo caos

Nuova interrogazione del consigliere PD Fabrizio Mirabelli sul pronto soccorso di Varese. In scadenza del mandato, Mirabelli chiede di conoscere il parere di sindaco e giunta sulle condizioni in cui opera l’ospedale e il suo pronto soccorso.

Mirabelli riassume gli ultimi anni di disagi e problemi chiedendosi come mai questo presidio sia così penalizzato: sia dal punto di vista dei posti letto ( Varese è al di sotto del rapporto regionale tra letti e abitanti) sia degli investimenti tecnologici. Il consigliere vuole capire il pensiero di chi ha amministrato per 10 anni la città riguardo al ruolo del Circolo e all’organizzazione sanitaria territoriale che obbliga la popolazione a rivolgersi all’unico punto di accesso esistente, cioè l’ospedale.

Nell’interrogazione si spazia dalle vicende degli ultimi anni che riguardano il PS al numero di codici bianchi, alla dispersione di professionalità avvenuta nel tempo, alla duplicazione dei servizi sul territorio che abbassano la qualità dell’assistenza, ai tempi d’attesa e alle dimissioni troppo veloci.

In concreto Mirabelli chiede a Sindaco e Giunta:

«1. se non credano che, a proposito del Pronto Soccorso, francamente, a circa dieci anni di distanza dall’apertura del nuovo monoblocco, sia non solo paradossale ma anche incomprensibile che la Direzione dell’Azienda Ospedaliera, di fronte alla monotona ripetitività dei disagi, si ostini a parlare ancora di “emergenza”;

2.  se non ritengano che il collasso pressoché permanente del Pronto Soccorso più che essere attribuito, come pure non si è esitato, in qualche caso, a fare, alla cattiva educazione dei cittadini, ai quali si pretenderebbe di fare carico della inadeguatezza degli accessi, o al territorio che non funziona, non possa, per caso, essere provocato soprattutto da una cattiva organizzazione;

3. se, da questo punto di vista, sappiano come la pensa la Commissione regionale di esperti nominata, l’anno scorso, dal presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni;

4. se non pensino, fermo restando il fatto che noi varesini abbiamo sempre amato il nostro Ospedale e lo amiamo ancora, come testimoniano i lasciti e le donazioni piuttosto consistenti e generose che ad esso continuano ad arrivare, e che abbiamo un grande rispetto per chi ci lavora quotidianamente, specialmente per chi, trovandosi in prima linea, al Pronto Soccorso, è costretto a lavorare in condizioni davvero estreme, che sia piuttosto triste, alla luce delle tasse salate che paghiamo, essere costretti a ricordare, con nostalgia, il “mitico” Pronto Soccorso diretto dal dott. Ermanno Montoli, il quale non aveva solo una dimensione più umana ma funzionava anche meglio di quello attuale;

5. se non ritengano, dato che la stragrande maggioranza dei codici che arriva, ogni anno, al Pronto Soccorso è bianca o verde, che ciò possa, per caso, significare che le persone comprese tra una fascia di età tra i 14 e i 65 anni, le quali, recandosi dallo specialista della ASL pagherebbero un ticket di 60 euro, preferiscono recarsi al Pronto Soccorso, dove pagano un ticket di soli 25 euro;

6. se sappiano, considerato che gli Ospedali ricevono dei rimborsi, in base al DRG, per ogni prestazione erogata, i quali sono di minore o maggiore entità a seconda che si tratti di pazienti del Pronto Soccorso o di ricoverati, quali siano i meccanismi di rimborso del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi e quanti siano, in  particolare, i pazienti che entrano la mattina al Pronto Soccorso e vengono considerati ricoverati dopo la mezzanotte;

7. se considerino normale, visto che la norma nazionale in materia di posti letto dice che, per ogni mille abitanti, occorrono 3,7 posti letto mentre, a Varese, il tasso è di 2,5, che il nostro Ospedale continui ad  avere un numero di posti letto inferiore a quello che servirebbe, effettivamente, agli 80.000 abitanti di Varese e a quelli di tutti gli altri Comuni del comprensorio;

8. se sappiano spiegare come mai, per quindici giorni, nell’autunno 2014, in seguito ad un’ispezione al Pronto Soccorso da parte dei NAS, siano, improvvisamente, comparsi i posti letto nei reparti di cardiologia, medicina e geriatria al contrario di quanto accade normalmente;

9. se sappiano fino a quando l’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi sarà costretto a fungere da ammortizzatore sociale, venendo, spesso, chiamato a farsi carico di problemi non strettamente sanitari perché mancano alternative sia prima che dopo;

10. se non pensino, ad esempio, che bisognerebbe intensificare l’assistenza domiciliare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Aprile 2016
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