A Palazzo Reale arriva la mostra di “Studio azzurro”

Un’esperienza polisensoriale che racconta i 35 anni di Studio Azzurro, da sempre un punto di riferimento nazionale e internazionale della creazione artistica legata alle nuove tecnologie

Avarie

Non una semplice mostra, ma un’esperienza polisensoriale che racconta i 35 anni di Studio Azzurro, da sempre un punto di riferimento nazionale e internazionale della creazione artistica legata alle nuove tecnologie.

La mostra ‘Studio Azzurro. Immagini sensibili’, allestita nelle sale di Palazzo Reale di Milano dal 9 aprile fino al 4 settembre 2016, è promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e realizzata da Palazzo Reale e Studio Azzurro con la collaborazione di Arthemisia Group: un’esposizione di suggestive installazioni che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea.

Decine di proiettori, monitor, touchscreen e sensori sono nascosti in “ambienti sensibili” che reagiscono alla presenza e ai gesti, con l’intento di rendere il visitatore protagonista mentre si muove all’interno di uno spazio popolato di immagini.

Sono moltissime le opere realizzate da Studio Azzurro dal 1982 a oggi, e ora Milano rende omaggio a questo straordinario laboratorio di ricerca, riproponendo una parte significativa dell’intenso lavoro che ha portato alla produzione di innumerevoli videoinstallazioni interattive e “ambienti sensibili”, di numerosi “musei di narrazione”, di film e spettacoli teatrali.

L’iniziativa fa parte del programma di Ritorni al futuro, il palinsesto culturale pensato per la primavera 2016 dal Comune di Milano che propone oltre cento appuntamenti tra mostre, concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche e incontri, con l’obiettivo di portare al centro della riflessione pubblica l’idea di futuro che abbiamo oggi, confrontandola con quelle che hanno abitato il pensiero creativo in altre stagioni della storia.

Immagini Sensibili è un’occasione unica e irripetibile per vedere per la prima volta e in un unico spazio opere che hanno emozionato intere generazioni.

«Questa mostra è un omaggio a Studio Azzurro ma soprattutto un omaggio a uno dei suoi fondatori, Paolo Rosa, la cui grandissima sensibilità e capacità visionaria continua a rimanere viva come punto di riferimento dell’arte contemporanea italiana e internazionale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – Una retrospettiva che si inserisce perfettamente nel palinsesto ‘Ritorni al futuro’ grazie alla capacità di Studio Azzurro di mettere a sistema energie culturali diverse per rinnovare e sperimentare continuamente, dando così vita a un grande laboratorio di ricerca in grado di superare le tradizionali divisioni tra arte, performance e tecnologia e di ridisegnare i confini dell’arte contemporanea »

STUDIO AZZURRO – Nel 1982 Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi danno vita a un’esperienza che nel corso degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche. A loro si aggiunge, nel 1995, Stefano Roveda. Attraverso la realizzazione di video-ambienti, ambienti sensibili e interattivi, percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline e formano un gruppo di lavoro aperto a differenti contributi e importanti collaborazioni. La ricerca artistica, all’inizio, si orienta verso la realizzazione di video-ambientazioni in cui è sperimentata l’integrazione tra immagine elettronica e ambiente fisico, perseguendo l’intento di rendere centrale lo spettatore e i percorsi percettivi in cui è inscritto.

Fin dai primi anni arriva anche la produzione di diversi spettacoli, che spingono la ricerca di Studio Azzurro dentro i confini del teatro e della performance, trovando un’originale modalità di integrazione tra azione teatrale e immagine video, con l’invenzione della doppia scena, basata sull’interazione in diretta tra il corpo dell’attore e lo spazio virtuale del video. La sperimentazione prosegue negli anni successivi affrontando le tematiche del teatro danza e del teatro musicale.

Nel 1995 si delinea un nuovo e fondamentale interesse per le questioni dell’interattività e del multimediale, con la realizzazione di una serie di lavori definiti “ambienti sensibili”, che hanno la capacità di reagire alle sollecitazioni di chi li pratica, in cui la tecnologia si fonde con la narrazione e con lo spazio: queste opere reagiscono, senza l’uso di protesi tecnologiche, ma attraverso modalità comunicative comuni, come il toccare, il calpestare o l’emettere suoni. E ancora arriva la progettazione di vari percorsi museali multimediali, le cui forti componenti narrative e immersive, rendono possibile un dialogo allargato con il pubblico e con le comunità presenti sul territorio.

LA MOSTRA – La mostra è un viaggio, un’esperienza coinvolgente e declina anche in questa speciale occasione la poetica di Studio Azzurro, il cui intento è sempre stato quello di rendere partecipe il visitatore mentre si muove all’interno di un ambiente che reagisce alla sua presenza e a gesti quotidiani.

14 sale che si snodano nei più prestigiosi spazi di Palazzo Reale, dall’Appartamento del Principe fino alla Sala delle Cariatidi: da Il nuotatore (1984), una delle primissime installazioni, fino a La pozzanghera (2006) un micropaesaggio interattivo per bambini; da Tavoli (1995) – il primo ambiente sensibile – ai Portatori di Storie (2008-2016).

Alle opere storiche si affianca una nuova installazione interattiva, dal titolo ‘Miracolo a Milano’, progettata appositamente per questa occasione come omaggio alla città: l’opera inedita si inserisce nella serie dei Portatori di Storie, un format ideato da Studio Azzurro, frutto di 20 anni di ricerca tecnologica e antropologica, con l’intento di raccontare un territorio e le persone che lo abitano. Miracolo a Milano è un’opera pensata per rendere la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale un luogo di narrazione e di partecipazione: un grande affresco virtuale, ispirato alla scena finale del film di Vittorio De Sica, che rappresenta, in chiave di sogno, le povertà e le emarginazioni vecchie e nuove, rendendo tangibile come sia forte e significativo il valore di ciò che è diverso e lontano dai modelli della cultura vigente.

L’esposizione vede la media partnership di Rolling Stone Italia. Sponsor tecnici della mostra Neotech, Casprini e Meritalia.

Il catalogo è di Silvana Editoriale, mentre il percorso della mostra è introdotto dalle presentazioni di Valentina Valentini.

Per il finissage della mostra verrà presentato un volume di carattere scientifico, curato da Valentina Valentini, con i contributi di: Silvia Borutti, Roberto Calabretto, Roberto Diodato, Paolo Fabbri, Andrea Lissoni, Maria Grazia Mattei, Pietro Montani.

IL NETWORK ARTISTICO – Parte integrante della mostra saranno le attività educational, grazie all’attitudine di Studio Azzurro riguardo alla formazione e alla particolare attenzione verso i giovani e gli studenti. Le attività di laboratorio si svolgeranno sia all’interno del percorso della mostra, predisposto per offrire un programma di workshop e attività didattiche gestite in collaborazione con ADMaiora, sia presso lo Spazio MIL/Archivio Giovanni Sacchi dove giovani artisti, studenti e cittadini daranno vita alla sperimentazione di una Stazione Creativa, luogo di intercettazione e condivisione di idee e progetti culturali. In parallelo alla mostra, in accordo con il Cinema Anteo, si terrà una rassegna dei film e di video inediti di Studio Azzurro. Dalla sperimentazione di Facce di festa (1980) fino a Il Mnemonista (2000) girato negli spazi della Fabbrica del Vapore prima del restauro e dell’insediamento al suo interno di realtà creative come Studio Azzurro.

In collaborazione con il CRT Milano, è in programma la messa in scena di una nuova versione dello spettacolo DELFI (studio per suono, voce, video e buio), che vede nuovamente protagonista Moni Ovadia e i testi di Ghiannis Ritsos, in un contesto completamente diverso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Aprile 2016
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