Alvardi: «Non è stata una stagione positiva e fortunata»
Tocca all'ultimo arrivato in casa Pro Patria commentare la retrocessione dopo la gara di Padova
Tocca all’ultimo arrivato in casa Pro Patria, il tecnico Luigi Alvardi, commentare questo triste giorno per la Pro Patria. Forse il meno indicato, in quanto a Busto Arsizio solo da dieci giorni, ma “burocraticamente” la persona indicata a parlare in quanto l’unico in panchina in possesso del patentino: «Questa squadra ha sempre cercato di lavorare e vedere gli allenamenti in settimana è un piacere. Anche oggi sono gli episodi a condannarci. Forse c’era anche un rigore nella ripresa che ci avrebbe dato altra energia e magari riuscivamo anche a pareggiare, anche se di fronte avevamo una squadra molto ben attrezzata e ben messa in campo. I ragazzi però oggi hanno sudato la maglia, per rispetto della società e dei tifosi. Sicuramente non è stata una stagione positiva e fortunata».
Marcello Possenti si presenta in rappresentanza dei giocatori: «Come spesso è accaduto quest’anno anche oggi il risultato ci condanna. Siamo sempre qui a parlare di episodi a sfavore, per merito nostro o degli avversari, ma anche oggi il risultato non ci premia. Siamo tutti dispiaciuti, a fine partita tutta la squadra era rammaricata. Abbiamo cercato di mettere in pratica ciò che ci ha chiesto il mister ma, ripeto, alla fine è il risultato quello che conta».
Il tecnico del Padova Giuseppe “Bepi” Pillon: «Abbiamo fatto forse la peggior partita da quando sono qua e abbiamo vinto 3-1. Il calcio è questo. Oggi abbiamo forse giocato con sufficienza, e anche i fischi ci possono stare. Il primo quarto d’ora forse ci siamo illusi e dopo lasci troppo agli avversari andando in difficoltà, ma questo l’avevo detto anche prima della partita. Se non sei sul pezzo, arrivano i problemi. Neto Pereira è un esempio per i più giovani; dai gol, all’umiltà, alla pressione che mette dà sempre il massimo. Questa è la mentalità da seguire. La Pro Patria ha fatto la sua partita, giocando bene e mettendoci in difficoltà. Mi spiace per la retrocessione, anche perché c’è Pisani, figlio di un mio grande amico».
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