Autistica esclusa dalla gita, arrivano gli ispettori del Ministero

Sospeso il viaggio di istruzione della classe in attesa di chiarezza da parte dell'indagine avviata dal ministero. Parlano i genitori dei compagni: "Sono solo ragazzate"

varie scuola

Sarebbero dovuti partire questa mattina ma nessuno si muoverà dalla classe. La terza media di una scuola Legnano al centro delle polemiche per l’esclusione dalla gita di una ragazza autistica rimarrà a scuola, perché già da stamattina arriveranno gli ispettori del Ministero dell’Istruzione (immagine di repertorio).

L’istituto ha infatti deciso di annullare il viaggio di istruzione a Mauthausen in attesa di far chiarezza su quanto successo da febbraio ad oggi, da quando cioè in diverse chat i ragazzini avrebbero iniziato a scriversi di non volere in camera con loro loro la compagna. Ed è proprio da queste conversazioni che inizieranno a lavorare gli ispettori con un’indagine che lo stesso ministro con una telefonata alla famiglia della tredicenne ha annunciato essere rapida ed esaustiva.

Nel frattempo la mobilitazione a sostegno della ragazza continua. La fondazione Museo della Shoah si è infatti proposta di accompagnare personalmente la giovane, garantendo la massima disponibilità dei propri operatori mentre il caso potrebbe arrivare presto anche in Consiglio Regionale.

E nella tempesta che sta sferrando quella classe, parlano anche i genitori degli altri compagni di scuola. Una mamma, intervistata dal Corriere della Sera, spiega:

Sono ragazzate… sbagliate, da condannare… Ma ragazzate. Questa ragazzina è parte integrante della classe non da ieri ma da sempre. E non è mai successo niente. Allora mi domano: forse tutti i suoi compagni sono diventati cattivi? Per quale motivo in altre uscite non c’erano stati problemi? […] Dopo l’annuncio del viaggio a Mauthausen in classe si è cominciato a parlare dell’importanza dell’esperienza. Io stessa, con mia figlia, ho più volte discusso dell’orrore dei campi di concentramento e delle discriminazione, di ogni discriminazione. […] Qualcuno aveva paura a stare in stanza con lei. Paura intesa non come senso di distanza in quanto autistica ma legata al fatto che magari sarebbero sorte criticità per la sindrome difficili da affrontare, in piena notte, da tredicenni

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Pubblicato il 18 Aprile 2016
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