Don Ciotti attacca Vespa: “La Rai dovrebbe fare qualcosa”
Il sacerdote che ha fondato Libera è stato ospite della prima delle tre serate sulla legalità all'osteria La Tela. Duro attacco al giornalista: "Intervista concordata con il boss"
Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, è intervenuto martedì sera all’osteria sociale La Tela di Rescaldina, bene confiscato alla ‘ndrangheta e restituito ai cittadini attraverso l’amministrazione comunale. L’associazione contro le mafie fa parte del progetto che ha riaperto l’ex-ristorante Re Nove finito in mano alla famiglia di Giuseppe e Francesco Medici (entrambi arrestato in quanto ritenuti affiliati alla locale di ‘ndrangheta di Mariano Comense).
La serata è stata l’occasione per intitolare la sala principale dell’osteria a Pietro Sanua, vittima innocente della violenza mafiosa rimasto senza giustizia in quanto i mandanti e gli esecutori del suo omicidio (avvenuto il 4 febbraio 1995 a Milano) non sono mai stati trovati. Ad inaugurare la targa col suo nome c’erano don Luigi, il figlio Lorenzo Sanua (che vide morire suo padre sotto i suoi occhi, ndr) e la moglie «Non facciamo memoria fine a se stessa – ha detto don Ciotti – la memoria deve farsi impegno».
Don Ciotti, nonostante le non perfette condizioni di salute, non si è sottratto all’intervento accorato che lo contraddistingue e ha voluto toccare il tema su tutte le pagine dei giornali in questi giorni, l’intervista di Vespa a Salvo Riina, il figlio del boss dei corleonesi, che ha presentato anche il suo libro: «Mai come quest’anno la Rai ha seguito con grande attenzione la Giornata delle vittime innocenti delle mafie che si è svolta in 2000 piazze il 21 marzo scorso – ha detto – ma è indubbio che debba rivedere alcuni pacchetti di programmi che vengono prodotti all’esterno, in base a contratti vecchi di anni. Marrazzo fece Cutolo piccolo così, quando lo intervistò, stessa cosa fece Enzo Biagi con Luciano Liggio».
Il riferimento a Bruno Vespa è evidente e aggiunge:«Vespa mi ha invitato e io ho detto di no, non partecipo ad interviste ad un mafioso con domande concordate». In sostanza don Ciotti chiede alla Rai di rescindere il contratto con Porta a Porta.
Alla serata sono intervenuti anche Lorenzo Sanua e il sindaco di Rescaldina Michele Cattaneo: «Alcuni mi fermano e mi accusano di far passare Rescaldina per il paese della mafia – racconta – io credo che sia esattamente il contrario in quanto Rescaldina non è più il paese della mafia. Giudico questo luogo il più importante risultato conseguito, fino ad oggi, da questa amministrazione».
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Orripilante e disgustosa. Solo cosi’ si puo’ definire la trasmissione che e’ sembrata un “investitura”. Vespa pur di fare audience intervisterebbe anche un mulo parlante. Che gran professionista!?