“Il piantone di Via Veratti è da tagliare?”
Una relazione del Comune chiede un parere a Sovrintendenza e Corpo Forestale. La pianta soffre da anni, ma secondo l'assessore Santinon nessuna decisione è presa
Il piantone di via Veratti è da tagliare? L’albero, un cedro del Libano messo a dimora intorno al 1870, è malato da tempo, ha perso il suo antico splendore e la sua chioma si va via via diradando. Inoltre c’è il rischio che i rami possano cadere, mettendo a repentaglio la sicurezza dei passanti.
Con una relazione del Comune, nella fattispecie dell’Ufficio Verde Pubblico, ha chiesto alla Soprintendenza e al Corpo Forestale un parere sul futuro della pianta e sugli interventi da attuare per la sua salvaguardia e per la sicurezza pubblica.
Le alternative emerse sono due: o “l’asportazione irreversibile della chioma finalizzata al solo mantenimento di porzione di fusto dell’albero”, oppure la rimozione integrale, con successiva piantumazione di un albero della stessa specie, tra i 4 e i 5 metri di altezza, per dare continuità alla sua storia.
«Io non ero a conoscenza della relazione inoltrata alla Sovrintendenza e al Corpo Forestale. So solo che ho chiesto agli uffici di incaricare dei fitopatologi arboricoltori per avere un parere a riguardo della salute del nostro piantone. Quindi nessuna decisione è stata presa – ha dichiarato l’assessore Riccardo Santinon – Mi incatenerò all’albero per evitare che venga toccato: non succederà mai che un ramo venga toccato senza che ci siano i presupposti di approfondite analisi super partes a tutela del patrimonio dei cittadini». Niente taglio, quindi, secondo l’assessore competente, che ripete che «il Comune ha chiesto solo dei pareri tecnici, non ha preso nessuna decisione, tanto meno quella di tagliare l’albero. Il piantone sta male, questo è innegabile, soffre da tempo e dobbiamo sapere come muoverci in caso di deperimento ulteriore, anche per evitare rischi per la sicurezza di chi transita di lì».
Tra i primi a commentare questo “parere” e le richiesta alla soprintendenza riguardo l’albero, è stato Daniele Zanzi, il fitopatologo che si era occupato della salute albero del piantone negli anni, che ha considerato questa «una triste ed emblematica storia, in special modo per chi per vent’anni, gratuitamente e spendendosi molto, si prese cura del piantone. Amo molto questo albero, tanto che lo misi in copertina del mio ultimo libro come simbolo di Varese».
Zanzi spiega su Facebook che: «La mia dignità’ di tecnico libero mi spinse oltre due anni fa a non interessarmi più tecnicamente e in modo scientifico della pianta. Certo è che più di un fungo che non può minare in modo irreversibile un albero, poté l’ uomo. Varese è città bellissima per viverci, peccato che stia franando nella gestione, e la storia e i guai di quest’albero – che per fortuna ho annotato e che racconterò perché i varesini lo sappiano – sono l’ emblema di questo disastro».
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