L’accoglienza si può insegnare, nasce l’Accademia dei saperi

Presentata da Aime la nuova iniziativa coordinata da Francesco Sagliocco manager in campo alberghiero con grande esperienza all'estero. «Le stelle non contano. Conta solo se il cliente ritorna»

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Si definisce ambizioso, competitivo e amante della sua terra anche se gran parte della sua vita l’ha passata in giro per il mondo, nei migliori hotel e ristoranti, a imparare come si fa accoglienza. Ora Francesco Sagliocco è ritornato a Varese e con Aime (Associazione imprenditori europei ) ha deciso di mettere a disposizione le sue competenze per fondare quella che lui chiama “L’Accademia dei saperi” (non dei sapori), una rete composta da imprenditori, professionisti del settore e scuole professionali, dal De Filippi al Falcone di Gallarate, passando per il Cfp di Varese, in grado di formare i futuri operatori dell’accoglienza.

vertici di Aime stavano lavorando da tempo a questo progetto, mancava solo la persona che potesse coordinarlo e dargli un’impronta forte e il curriculum di Sagliocco, attualmente general manager della Tenuta l’Annunziata in provincia di Como, con esperienze nei più esclusivi hotel di Londra, Biarritz, Parigi, Cannes, Amburgo, St Moritz, New York e Bermuda, sembra perfetto per questo ruolo. «Dai francesi – spiega Sagliocco – ho imparato a valorizzare il territorio. Dai tedeschi la disciplina, dagli svizzeri il rispetto delle regole, ma la cosa più preziosa che ho imparato nelle mie esperienze è stata la corretta comunicazione con il cliente: chi lavora nell’accoglienza deve essere empatico, conoscere la psicologia e saper interpretare anche il linguaggio corporeo».

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Francesco Sagliocco “nuovo acquisto” di Aime

Sagliocco, che ha partecipato a molti master universitari di food and beverage in qualità di docente, insiste molto sulla formazione aggiornata. «Spesso – dice il manager – i programmi delle scuole di formazione sono vecchi e non al passo coi tempi, il mercato è cambiato e con esso sono cambiati i clienti. Introdurrei, per esempio, nozioni di management alberghiero, perché saper fare una corretta analisi dei costi è fondamentale in un’attività come questa. E poi attiverei stage sistematici con grandi catene alberghiere internazionali, le uniche in grado di darti un’impostazione e una visione del lavoro completa».

Quello che ha imparato lo deve a due grandi maestri, rigorosi e severi, ma autorevoli nel trasmettere le conoscenze del settore: Claudio Molinari, maître d’hotel al Suvretta House di Saint Moritz, e Thomas Martin, chef del ristorante “Jacob” di Amburgo (due stelle Michelin). «Non importano le stelle di un hotel o di un ristorante – dice Sagliocco – l’unica cosa che conta è se il cliente ritorna, perché solo in quel caso vuol dire che hai fatto bene e professionalmente il tuo lavoro».

Non crede nei reality, anzi li considera poco educativi perché falsificano la realtà. «I grandi chef devono stare in cucina» sottolinea perentorio il manager. A chi decide di fare il cameriere consiglia di fare prima un periodo in cucina per capire meglio il flusso delle portate e l’importanza nel saper consigliare il cliente. «Per anni, dall’Inghilterra alla Francia – conclude Sagliocco – ho sentito magnificare il lago di Como. Dal Sacro Monte a Santa Caterina del Sasso, anche la provincia di Varese ha da offrire altrettante perle, bisogna solo comunicare correttamente ciò che abbiamo e fare dell’accoglienza il nostro valore aggiunto. Sono sicuro che con Aime e l’Accademia dei saperi ce la faremo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Aprile 2016
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