“L’essenza dell’essere”, le opere di Tafuro in mostra al Minoletti

La retrospettiva delle opere pittoriche e scultoree dell'artista scomparso pochi mesi fa , accompagna un percorso di solidarietà con il Comitato Maria Letizia Verga

Antonio Tafuro

Tutto intorno le opere pittoriche e le sculture del gallaratese Antonio Tafuro e, al centro della scena, l’aiuto che il Comitato Maria Letizia Verga onlus fornisce alle famiglie dei malati di leucemia, con testimonianze, libri ed esempi concreti di guarigione dalla malattia.

Da non perdere l’apertura della personale dell’artista che, sabato 16 aprile (fino al 1° maggio) alle ore 17 a Palazzo Minoletti in piazza Garibaldi con il patrocinio del Comune di Gallarate.

L’iniziativa culturale vede l’abile regia di Alessia e Valentina Testa, Mayka Martin e Giuseppe Martorana e si propone un duplice scopo: promuovere sotto il titolo di “L’Essenza dell’Essere” la retrospettiva delle opere pittoriche e scultoree di Antonio Tafuro, scomparso pochi mesi fa a causa di una grave malattia. Ma con il contributo e la mobilitazione del Comitato Maria Letizia Verga (di origini varesine) l’obiettivo è suscitare interesse – il 16 e il 23 aprile alle ore 17, mentre il 27 aprile alle ore 21, sempre a Palazzo Minoletti – intorno all’Arte terapia, presentando testimonianze di bimbi guariti dalla leucemia, presentando libri e rappresentando “piece” teatrali di particolare rilevanza.

La mostra di Tafuro resta aperta da lunedì al venerdì dalle ore 16.30 alle 19 e sabato e domenica dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.

Chi era Antonio Tafuro? Di origini pugliesi, si era stabilito a Gallarate sin dal 1966. La diagnosi del morbo di Hodgkin all’età di soli 29 anni segnano la sua personalità creativa, curiosa e volitiva. Supera a parere dei medici miracolosamente la malattia, ma terapie invasive – che poi lui arriverà a definire inutili – lo privano del suo grande sogno di paternita’, compromettendo la sua vita privata. A Kiel in Germania, dal 1984 al 1990, segue gli studi del suo maestro, lo scultore W. Roessler che, colpito dal suo talento artistico e dall’essenza dei volti e dei paesaggi che dipinge, lo spinge a vivere della sua arte e ad intraprendere gli studi che Antonio, nel 1996, porterà a termine all’Accademia delle Belle Arti di Brera, a Milano. L’arte e la filosofia sono al centro della vita di Antonio Tafuro, le sue opere in quanto da lui generate diventano i suoi figli, la sua espressione artistica ed il senso della sua vita si rivelano nella ricerca della verità; con i ritratti in particolare Antonio non si ferma all’apparenza, non fa tratti definiti, ma va oltre e trova l’essenza dell’essere. E’ cosi che visi che sembrano appena abbozzati riescono a trasmettere l’anima di quelle persone. Nel 2015 si ammala nuovamente e, anche a causa della sviluppata riluttanza alle cure ospedaliere, muore il 31 ottobre 2015 a Gallarate, all’età di 63 anni. L’impegno a valorizzarne la figura e le opere è stato ammirevole da parte delle nipoti dell’artista gallaratese, Alessia e Valentina Testa, oltre ad Mayka Martin e Giuseppe Martorana.

 

dal 16 aprile (ore 17) al 1° maggio 2016

16, 23 e 27 aprile: tre incontri aperti a tutti a cura del Comitato Maria Letizia Verga

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 15 Aprile 2016
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