“Motivata e in forma”: la Openjobmetis è pronta a fare la storia

Moretti e il presidente Coppa lanciano da Palazzo Estense la sfida per la Fiba Europe Cup: «L'occasione di rivivere certe grandi pagine di sport»

Parte dal salotto buono della città l’assalto di Varese alla Fiba Europe Cup, a 36 anni dall’ultimo trofeo internazionale sollevato da un giocatore biancorosso (allora fu la Coppa delle Coppe, a Milano, contro Cantù). La Openjobmetis lancia il suo guanto di sfida addirittura da Palazzo Estense, e lo fa per bocca dell’allenatore Paolo Moretti e del presidente Stefano Coppa, alla vigilia della partenza in pullman della squadra per Chalon-sur-Saone, sede delle finali.

Un appuntamento che potrebbe essere l’ultimo stagionale, se la squadra non riuscirà a conquistare i playoff (decisiva l’ultima a Cantù mercoledì prossimo, come decisivi i risultati dagli altri campi…) che pure in questo momento si meriterebbe senza alcun dubbio. «Sono molto contento di questa seconda parte di campionato, mi è tornato il piacere di andare al palazzetto» ha detto per l’appunto il sindaco Attilio Fontana accompagnato nell’occasione dall’assessore Maria Ida Piazza. «Complimenti all’allenatore per l’ottimo lavoro e alla società che in momenti difficili ha tenuto la barra a dritta» ha concluso Fontana, che è da decenni tifoso appassionato del basket cittadino. openjobmetis palazzo estense per final four di coppa

Moretti incassa volentieri i complimenti e li ridistribuisce alle persone che lavorano con lui. «Condivido le parole del sindaco con chi è riuscito insieme a me a cambiare volto ai risultati di una stagione iniziata male. Credo che un buon allenatore non deve prescindere da una società che lo protegge e da giocatori che muoiono per lui in campo. All’inizio questa seconda frase non si era verificata perché i giocatori non erano in condizione di rendere al massimo. Poi abbiamo trovato le persone e le mosse giuste per dare un nuovo assetto (Moretti cita per esempio lo spostamento di Wayns, da play a guardia) e ora ci troviamo a giocare per qualcosa di speciale».

Passando ad analizzare le finali, Moretti spiega: «Saremo in una vetrina di livello molto alto: Chalon e Francoforte sono partite per vincere questa coppa, ma per Varese è l’occasione di rivivere quelle straordinarie pagine di sport del passato e provare a ritrovare nel presente quelle sensazioni. Noi dovremo essere solidi dall’inizio, nella prima partita, contro un attacco (quello di Chalon ndr) molto forte».

Parola anche a Stefano Coppa, più volte criticato nel corso dell’annata ma anche la prima persona a credere, ad agosto, alla partecipazione della Openjobmetis alla Coppa. «Lo staff tecnico è stato grandioso a tenere duro nei momenti difficili. Ci hanno creduto anche loro, hanno usato la coppa per compattare un gruppo che negli ultimi due mesi è sbocciato. Sono felice e orgoglioso per il raggiungimento di questa Final Four e di avere la squadra in una semifinale che da 30 anni non si gioca. Sono solo dispiaciuto per il fatto che la candidatura a organizzare l’evento non è stata accettata: pazienza, andiamo a Chalon insieme a tanti tifosi senza dimenticare di ringraziare gli sponsor Openjobmetis e Cimberio».

openjobmetis palazzo estense per final four di coppa
Moretti a colloquio con Fontana e Coppa con vista sui Giardini Estensi

Coppa ha parlato anche di quello che è stato il momento più difficile dell’anno. «È arrivato quando cercavamo una “quadra” senza trovarla, tra novembre e dicembre, quando Ukic è passato dall’essere un punto di forza a una criticità. Il punto cruciale però è stata vittoria di Torino che ha cambiato completamente la stagione nonostante tre giorni dopo sia arrivata la scoppola di Faye. Lì abbiamo avuto quella solidità mentale che Paolo ha cercato di dare alla squadra fin dal primo giorno».

Ultima parola ancora a Moretti: «Ora dobbiamo solo esprimerci al massimo delle nostre possibilità, anche perché dopo la Coppa c’è la partita di Cantù che non ammette sbagli. Le ultime partite di campionato hanno fortificato la fiducia dei giocatori: noi oggi abbiamo una notevole condizione psicofisica, abbiamo convinzione e motivazione enormi. Giocare ogni 2/3 giorni ci crea inevitabilmente qualche difficoltà ma… a questo punto fanculo i problemi. Varese ha giocato 47 partite, ne ha vinte 26 e se questa fosse la media in campionato saremmo tra le prime. Aspettiamo a tirare le somme ma siamo già orgogliosi di chiudere così una stagione che si è rivelata interessante».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Aprile 2016
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