Tre imprenditori “made in Varese” con Paolo Orrigoni

Ballerio, Pisciotta e Pucci. Si candidano per creare più lavoro in città

Paolo Orrigoni campagna elettorale

Paolo Orrigoni cala sul piatto delle elezioni 3 assi dell’imprenditoria: un gruppo di varesini di successo, che ha deciso di entrare nella sua lista civica e cimentarsi, per la prima volta, con la politica.

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Sono Rinaldo Ballerio, 53 anni, imprenditore informatico da oltre 33 anni e amministratore delegato della Elmec; Claudio Pucci, 40 anni, imprenditore nel settore sanitario e amministratore del centro medico Beccaria; Matteo Pisciotta, 41 anni, chef del ristorante Luce.

La lista Paolo Orrigoni Sindaco li ha scelti per offrire spunti al programma di governo cittadino sull’economia e lo sviluppo. E in effetti, di idee non ne sono mancate, alla presentazione nello show room della Rossi D’Angera, in viale Valganna, a Varese, in uno spazio che l’imprenditore Ballerio ha allestito da tempo per ridare vita all’antico marchio dei distillati del Lago Maggiore.  Matteo Pisciotta era in realtà assente giustificato (un viaggio di lavoro) ma Orrigoni, Ballerio e Pucci hanno ragionato ad alta voce sul futuro della città. Non solo: anche Luca Spada, l’imprenditore informatico di Eolo, la società privata che ha investito sulle reti telematiche e il wireless in tutta Italia, era presente in qualità di amico e consigliere dei candidati, anche se non sarà della lista (le società di Spada e Ballerio tra l’altro hanno una partnership). 

E’ chiara una cosa: la figura di Orrigoni, giovane imprenditore del territorio, ha fatto da volano e attirato altri giovani imprenditori “made in Varese”. La novità politica è evidente, anche nel centrodestra che, alla scorsa tornata aveva privilegiato un personale quasi tutto politico come è emerso dalla composizione della attuale giunta partitica.

Con Orrigoni le cose sono un po’ cambiate.Il modo migliore è riuscire a dare concretezza con l’esempio di persone che hanno fatto impresa, che hanno creato lavoro, che sostengono le realtà produttive della città” ha affermato il candidato sindaco.

Il lavoro prima di tutto è un messaggio quasi ovvio, ma il patron della Tigros qui offre anche le esperienze personali di chi il lavoro l’ha creato. Inoltre è interessante vedere come i candidati presentati oggi, siano dei tecnici a tutto tondo poco avvezzi alle schermaglie di fazione:  Ballerio ad esempio, rispondendo a un giornalista, ha ammesso senza problemi che il job Acts di Renzi è una buona riforma e che seppure non abbia portato i cambiamenti sperati da tutti gli imprenditori  abbia quantomeno dato il messaggio giusto invertendo la marcia.

Rinaldo Ballerio ha sostenuto di avere delle idee per rivoluzionare il trasporto urbano, ma anche sulla burocrazia che vorrebbe abbattere: “Un problema che io chiamo il burosauro – ha detto – un animale che mangia carta e più ne mangia più ne vuole. Lo possiamo abbattere con pazienza, senza fare i fenomeni, ma lavorando umilmente, anche a livello comunale, per agevolare chi vuole aprire attività, mettere sedie su una piazza o un’insegna“. Sul lavoro ha detto: “Non c’è business plan per far passare la crisi, perché non torneranno mai i modelli di prima. Occorre fare cose diverse. C’è un’accelerazione della digitalizzazione, come ad esempio il commercio elettronico. Il piccolo mondo antico non torna più, dobbiamo prenderne coscienza tutti, sia come imprenditori sia come cittadini e amministratori”. La soluzione sta nelle start up, nei coworking e negli aiuti a chi crea lavoro in città con idee nuove. Ballerio ha fatto poi riferimento al progetto del professor  Dipak Pant, sviluppato in Valsesia e in altre parti del mondo, le Terre di cuore. “L’economia – precisa –  funziona meglio se i cittadini sono contenti, vivono in un ambiente sereno, se il turista è accolto bene. Chi volesse fare impresa la fa più volentieri se funzionano la città ed i servizi. Creiamo un ecosistema partendo da piccole cose. Sistemiamo l’accesso a Varese, il benvenuto in città. E anche il negozio di scarpe, che soffre la concorrenza online, se inserito in un contesto attraente, se ha cose diverse, può attrarre il turista e il cliente, anche solo per la bellezza delle vetrine di un quartiere”.

Claudio Pucci è stato più sintetico: “Sono imprenditore nel settore sanitario, gran parte della mia vita l’ho passata al Palaghiaccio, giocando a hockey e allenando. Sono qui attratto dal gioco di squadra e dal fattore Paolo. Ho trovato in lui una persona carismatica, preparata, con le idee chiare. Mi piacerebbe vedere in futuro la ristrutturazione del palaghiaccio, con una partnership tra pubblico e privato”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 02 Aprile 2016
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