“Treni in ritardo, ma intanto si investe sempre in autostrade”

Legambiente chiede nuovi investimenti, tra cui il potenziamento della Gallarate-Milano. Critiche al nuovo, ipotizzato tratto per Malpensa

Trenord varie

«La Lombardia deve rapportarsi ad altre regione europee anche in materia di trasporti e della mobilità». Così Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, a commento dei dati emersi dalla presentazione del Rapporto Pendolaria 2015. «Non basta che la nostra regione sia la meno peggio d’Italia ma serve che i pendolari abbiano un servizio all’altezza di una regione che è motore economico del vecchio Continente. Le proteste quotidiane dei comitati pendolari di tutte le linee regionali confermano l’esistenza di un servizio inefficiente e scadente, situazione non più tollerabile per una regione che vuole essere più vivibile, meno congestionata dal traffico e proiettata nel futuro”.

Sviluppare le prestazioni delle tratte ferroviarie lombarde con interventi di velocizzazione e potenziamento infrastrutturale e tecnologico utili sia per il trasporto di pendolari che per incrementare gli standard di regolarità e puntualità del traffico ferroviario, queste sono le priorità d’intervento per Legambiente della Lombardia.

In particolare si tratta di predisporre un piano di potenziamento della rete suburbana per decongestionare il nodo di Milano. Si tratta, tra gli altri interventi, di sostituire in molte stazioni i vecchi scambi che permettono una velocità di soli 30 km orari con quelli di 60 km orari. Insomma una serie di azioni minori che assieme alla manutenzione della rete e del materiale rotabile possono fare la differenza di qualità del servizio.

«La Regione invece si sta dissanguando finanziariamente per sostenere la spesa di centinaia di milioni delle fallimentari Brebemi e Pedemontana mentre per la rete ferroviaria ieri l’Assessore Sorte ha annunciato la disponibilità di soli 10 milioni di euro. Serve un piano di potenziamento strutturale per recuperare i ritardi cronici della rete. Le priorità sono: potenziamento della trafficatissima Milano-Gallarate, apertura della pedemontana ferroviaria Bergamo-Seregno-Saronno-Malpensa incredibilmente non utilizzata, riapertura della Piacenza-Cremona, efficientamento della Brescia-Cremona e Brescia-Bergamo, riduzione del passaggio a livello sulla Mantova-Cremona-Codogno, interventi tecnologici sui sistemi di circolazione del traffico sulla Lecco-Sondrio, sulla Luino-Gallarate e sulla rete del pavese. Il recupero delle metrotranvie dell’hinterland milanese a partire dalla Milano-Limbiate-Desio. Adozione dell’integrazione tariffaria ferro autobus e revisione degli orari di coincidenza tra i diversi vettori potenziano le aree d’interscambio visto che il treno copre il 4,5% della mobilità sostenibile in Lombardia, gli autobus sostengono il 14,4 della mobilità e la bicicletta il 4,4% (dati Lombardia 2014)». Tra gli interventi da non fare gli ambientalisti segnalano l’iniziale collegamento Malpensa Gallarate, attraverso il parco del Ticino, ad un costo di 50 milioni di euro a km, peraltro Malpensa è già abbondantemente collegata con Milano Centrale e Milano Cadorna da quasi 200 treni giornalieri.

La tendenza complessiva cui assistiamo in Lombardia è quella di progressiva riduzione delle risorse disponibili per il trasporto pubblico, all’incremento vertiginoso dei costi di Trenord, che si traducono in una costante erosione della qualità offerta al pubblico in termini di capillarità, frequenza, mezzi disponibili ed accessibilità soprattutto sul fronte del collegamento tra città e provincie e tra periferie e periferie. Mancando le risorse economiche, che sono state “bruciate” senza generare effettivo valore per la collettività, si sceglie di tagliare in particolare le risorse agli autobus.

«Non ci rassegniamo ad una modesta capillarità della rete e dei servizi di trasporto pubblico locale nell’hinterland di Milano – dichiara Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia – sebbene abbia la stessa densità di popolazione del capoluogo, per non dire delle aree come l’Oltrepò pavese, le valli e la bassa padana dove sono minacciati anche i servizi minimi. Va aperta una fase di liberalizzazione dei servizi, la stessa che ha modernizzato il TPL in tutta Europa, ridotto l’inquinamento atmosferico, la congestione e migliorato la vivibilità delle città, fase capace di promuovere modalità anche diverse di mobilità integrate tra loro, nel rispetto dei principi di benessere sociale che il trasporto pubblico può e deve contribuire a realizzare».

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Pubblicato il 21 Aprile 2016
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