Un anno di lezioni aperte all’Università del Melo

È il progetto presentato per il bilancio partecipato, nell'anno del trentesimo dell'istituzione culturale. "Patrimonio da aprire alla città"

università del Melo Gallarate

Un anno di lezioni e incontri culturali aperti a tutta la città, ogni giorno: è la proposta della “Università aperta” presentata dall’Università del Melo per #gallaratesceglie, il bilancio partecipato 2016. «Cogliamo l’occasione del bilancio partecipato per riproporre un tema per noi importante: fare dell’Universita del Melo un patrimonio civico, della città, di divulgazione culturale per tutti» spiega il dottor Marco Predazzi, uno dei fondatori e promotori di questa esperienza ormai trentennale. In questo senso, oltre ad essere occasione preziosa per un anno, il progetto punta anche a dare un vero riconoscimento, per far conoscere maggiormente l’esperienza alla città di Gallarate.

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Oggi sono circa trecento (media mensile) gli iscritti all’Università del Melo, che possono accedere alle lezioni che si svolgono ogni giorno. «Più che l’esperienza dell’Università – spiega Predazzi ricordando gli inizi negli anni Ottanta – dal punto di vista della socialità il modello che avevamo in mente, alle origini, era quello del liceo: un luogo quotidiano di relazione spontanee». L’esperienza dell’Università del Melo è partita ufficialmente nel 1986, con il sostegno di Acli, Lions Host e Centro Cooperazione Sociale (primo nucleo del futuro Melo), in collaborazione con Maria Antonietta Aveni Casucci, «uno dei gerontologi piu prestigiosi d’Italia». Proprio Aveni Casucci «ha voluto seguire da vicino come direttore scientifico quell’esperienza, teneva i collegi docenti di persona». Tra i docenti di allora, personalità della cultura cittadina – e non solo – di primo piano, tra cui Silvio Zanella, Liliana Bianchi, Fulvio Ghiringhelli, Anna Balzarini, «una giovanissima Cristina Boracchi» (ancora oggi tra i docenti più presenti, insieme con Marta Morazzoni).

università del Melo Gallarate

Da allora l’esperienza è cresciuta nei numeri, nelle relazioni sociali, nello stesso livello di preparazione delle lezioni universitarie, di fronte a un uditorio attento e che richiede approfondimento, aggiornamento alla realtà di oggi, connessioni con l’attualità. «Abbiamo proposto a tante amministrazioni comunali, ma sempre senza risconto, un obbiettivo ambizioso: diventare una scuola civica, andare al di là degli iscritti. Aspiriamo a diventare un patrimonio civico: aprire a tutta la Città un’esperienza che è un patrimonio nato dalla passione e dalla tanacia del volontariato culturale, capace di esprimere qualità nei contenuti e costante aggiornamento ».

Attualmente l’iscrizione all’Università del Melo costa agli iscritti 10 euro al mese (che coprono solo una parte dei costi), ma vengono già oggi offerti alcuni corsi aperti e incontri aperti del venerdì. «Nell’anno dei festeggiamenti per il trentesimo anno, l’Universita si mette a disposizione» La proposta è di rendere per un anno totalmente accessibili incontri e lezioni dell’Università del Melo: il valore economico del progetto (15mila euro) è calcolato sul corrispettivo di circa duecento iscrizioni, non sull’effettivo bisogno economico che il Melo comunque s’impegna già oggi a garantire.

In ogni caso, se il progetto “Università aperta” fosse accolto, le lezioni diventerebbero appunto totalmente gratuite per tutti: un’occasione per far conoscere maggiormente, da vicino, un’esperienza di qualità e di lungo corso, che è un’occasione preziosa per la cultura a Gallarate, aperta a tutti, pensata per essere popolare e qualificata al tempo stesso. «Ci piacerebbe rompere anche il pregiudizio sulla cultura solo come patrimonio accessibile a chi ha già strumenti» conclude Predazzi.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 13 Aprile 2016
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