Bianca, la tigre che ama il riso

È un esemplare di tigre siberiana albina, ha due anni ed è l'attrazione del circo "Nando Orfei". «È cresciuta nel nostro caravan e gira il mondo con noi»

Circo Nando Orfei

Bianca ha solo due anni. È agile e sinuosa, ama giocare con qualsiasi cosa e piano piano sta imparando a diventare ubbidiente. È nata in Spagna e gira il mondo insieme alla sua famiglia per fare spettacoli. La vita di una tigre in un grande circo è fatta di routine, allenamenti e momenti di gioco. «Bianca è cresciuta fin da cucciola nel nostro caravan – racconta Arianna Curatola, domatrice del circo Nando Orfei -. L’abbiamo allattata con il biberon ed è parte della nostra famiglia come tutte le altre tigri».

Fuori dal recinto sul lungolago di Angera è pronto il pasto per i prossimi tre giorni: 180 chili di carne recapitata direttamente dal signor Amadori, sì proprio lui, quello che nella pubblicità dice: «parola di Francesco Amadori». Le tigri per mantenersi in salute hanno bisogno di una dieta che, oltre alla carne,comprenda anche cereali, soprattutto riso, indispensabile per mantenere il pelo lucido e in salute. «Noi viviamo per loro e con loro – continua Arianna -. C’è un rapporto di fiducia reciproca, tanto che quando ci sono dei parti difficili siamo gli unici a cui consentono di avvicinarsi, nemmeno il veterinario può farlo, nonostante le conosca bene. Sono animali nati in cattività abituati alla nostra presenza che noi trattiamo come figli».

Circo Nando Orfei
nella foto Arianna Curatola

Mentre il domatore Umberto Vinciguerra, marito di Arianna, pulisce le gabbie, il figlio Eros tiene a bada Bianca che si aggira nel recinto con curiosità. Guarda le persone che si avvicinano per fotografarla, spruzza urina per segnare il territorio, si acquatta vicino alla vasca dell’acqua per simulare un attacco. L’addestramento inizia più o meno intorno ai due anni e si basa sul gioco e la ricompensa e prosegue per circa un anno prima di passare all’esibizione in pista davanti al pubblico. Oggi Bianca si limita a una passerella finale per mostrare la sua candida livrea, ma secondo Arianna promette bene perché si diverte molto a fare gli esercizi.

Arianna segue attentamente il dibattito riguardante l’utilizzo degli animali nel circo e commenta la situazione italiana partendo dai numeri e dai costi. «In Italia ci sono circa 300 animali feroci – spiega la domatrice – in media ci vogliono quattro persone per accudirne uno quotidianamente e un quantitativo enorme di carne per alimentarlo. Quindi i costi sarebbero improponibili se non inseriti in un contesto economico come il circo».

Dopo Angera, il circo “Nando Orfei” rimarrà ancora in provincia di Varese, a Somma Lombardo. Le tournèe dei grandi circhi spesso fanno tappe all’estero dove il nome dei maestri circensi italiani è molto apprezzato. «La nostra vita non è mai monotona – conclude Arianna – fin da piccoli si impara a girare il mondo, noi lo facciamo con i nostri animali che sono parte della famiglia. In questo momento il più piccolo dei miei due figli è in Iran, Paese tra l’altro dove è nato. Lì c’è una grande cultura e il nostro spettacolo è molto amato». Forse perché il circo è stata la prima forma di globalizzazione culturale.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Maggio 2016
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