Callegarin sfiora il podio a Brooklyn

Quarto posto per il varesino (d'adozione) alla Red Hook, la più famosa delle corse a scatto fisso

red Hook Brooklyn

Sul fronte del porto di New York, il varesino Daniele Callegarin sfiora il podio, chiudendo al quarto posto la prima delle quattro prove del “Red hook Criterium”.

La Red Hook (in italiano si usa il femminile) è la più famosa delle corse in bici a “scatto fisso”, disciplina emergente in cui si corre su bici a pignone fisso – senza cambi – e soprattutto senza freni. Nata in ambito urbano con le corse più o meno legali, la passione dello scatto fisso è divenuta una vera disciplina, con atleti specialisti, in parte provenienti dal mondo degli amatori, in parte con un passato da professionisti.

Tra questi ultimi c’è appunto anche Callegarin: originario di Buscate (nel Castanese, provincia di Milano), ha però da sempre frequentato i corridori della zona di Gallarate. Dopo alcuni anni alla Type1, da un paio di anni è passato allo scatto fisso: «É finita così. Come al solito. A bere birra e mangiare pizza. Alle 2 di notte.In un locale di Brooklin. Con tante persone e altrettanti sorrisi. Con vincitori e vinti, partecipanti e contusi» ha scritto sul suo profilo Facebook. «É finita così.A ridosso del podio. Un gradino più giù. Un passo indietro. Ma con un sorriso in più.Grazie a tutti voi». Quarto posto, a un secondo e un pugno di centesimi dal podio. Tra gli italiani, ottimo  il secondo posto per Ivan Ravaioli, del Cinelli Team.

(foto Silvia Galliani)

La Red Hook è nata a New York, il nome viene dalla zona portuale di Brooklyn dove si corre. Negli anni è diventata un criterium a tappe: si sono aggiunte prima Milano (si corre alla Bovisa), poi Barcellona, infine Londra (alla seconda edizione). La Red Hook Milan 2016 si correrà l’1 ottobre.

La Red Hook Barcellona vista in soggettiva dalla bici di Callegarin:

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 01 Maggio 2016
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