Cassano Valcuvia: il 12 giugno “referendum” sulla fusione

Si tratta di una consultazione elettorale che non ha valore istituzionale ma politico. Il sindaco Magrini: «Voglio sapere cosa ne pensano i miei concittadini»

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Sulla scheda ci saranno due domande, la prima: “Volete fondervi con altri comuni?”. La seconda permetterà di scegliere fra una rosa di nomi: fra i paesi a nord, e a sud di Cassano Valcuvia, lungo il fondovalle.

Il futuro delle amministrazioni dei piccoli centri è già tracciato: lo dicono i conti dello Stato, che si riflettono da anni sulle minori entrate in arrivo da Roma, ma lo conferma anche la necessità di fronteggiare nuove emergenze con risorse limitate: scuole, anziani, servizi, trasporti, manutenzioni, opere pubbliche. Un elenco infinito.

Così il consiglio comunale di questo antico comune con un centro storico di pregio e attraversato da una statale che porta fino alla Svizzera ha deciso per chiedere agli elettori che ne pensano dell’argomento (nella foto sopra, il manifesto elettorale).

Beninteso: non è la prima volta che si vota per le fusioni: già nel 2013 venne proposto e votato un referendum per scegliere se unirsi con alcuni paesi della valle, progetto che non raggiunse in numeri necessari (questo in Valcuvia, mentre nell’Alto Lago passò).

Ma questa volta è diverso. «Sì, in consiglio comunale si è sostanzialmente formata un’alleanza bipartisan fra maggioranza e opposizione per dare luogo a questa consultazione – spiata il sindaco marco Magrini – . Alla fine abbiamo deciso di servirci di uno strumento previsto dalle regole che avrà un valore consultivo, e quindi politico, non di certo istituzionale».

Con questo voto, quindi, i cittadini di Cassano Valcuvia daranno un parere, un’indicazione all’amministrazione circa la strada da percorrere: restare da soli o fondersi? E, se sì, dove andare? La battaglia si gioca tutta sui servizi. Sulla “scheda elettorale”, la rosa dei comuni da scegliere è ampia: ci saranno scritti i paesi di Ferrera di Varese, Rancio Valcuvia, Cuveglio, Duno, Mesenzana e Grantola.

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Gli “assi” dei servizi sono fondamentalmente due, e seguono la presenza delle scuole nel comprensorio. C’è il polo scolastico che per semplificare potremmo individuare nell’area Mesenzana-Grantola, e c’è il comune che è un po’ la “capitale” della Valcuvia, vale a dire Cuveglio, dove ci sono anche qui le scuole fino alle medie, e dove un tempo trovava non a caso sede anche la comunità montana.
Due baricentri, quindi, su cui costruire le sorti del paese.
«È vero che già sono in atto contatti fra altre amministrazioni, in particolare quella di Cuvio e Cuveglio, per un progetto di fusione – spiega Marco Magrini – . Ma a maggior ragione ora è importante capire cosa fare, e per farlo è necessario a mio avviso dare la parola ai cittadini».

Al primo gennaio 2015 l’Istat dice che i residenti di questo comune sono 666. I maggiori di 18 anni saranno chiamati al voto quindi la domenica successiva alle elezioni amministrative (che si tengono il 5 giugno, anche se a Cassano non si vota) dalle 8 alle 24. Non è previsto il quorum.

Poi che succede? «Poi, dati alla mano, andremo in consiglio comunale per prendere atto della decisione dei cittadini e, se è il caso, andremo a bussare alla porta di quelle amministrazioni indicate dagli elettori come interessanti per una fusione. E lì gli amministratori ci diranno cosa intendono fare e che idea hanno in merito ad una proposta del genere».

I rapporti coi comuni di valle sono buoni. Aldilà delle schermaglie anche vivaci presenti in comunità montana (ente di secondo livello che si fonda su maggioranze politiche frutto di alleanze fra i sindaci di tutti i comuni del comprensorio ndr) poche settimane fa ci furono frizioni fra Magrini e il sindaco di Rancio Valcuvia, Simone Castoldi, che rispose in maniera piccata all’ipotesi di fusione paventata a mezzo stampa. Ma magari, col voto degli elettori, le cose potrebbero cambiare.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Maggio 2016
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