Frontalieri, i commenti alla mozione della Regione

Soddisfatti Monti (Lega) e Marsico (Forza Italia) meno Gaffuri (Pd) che lo definisce un provvedimento "timido"

È stata approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia la mozione della Lega Nord relativa alla Convenzione Italia -Svizzera sui lavoratori frontalieri. 

I commenti dei consiglieri:

EMANUELE MONTI (LEGA)  – “L’accordo Roma-Berna del 2015 – ha spiegato in aula il consigliere Emanuele Monti – ha rappresentato una radicale rivoluzione in quanto ha abolito due meccanismi finora inamovibili: la totale tassazione alla fonte e i ristorni ai Comuni di frontiera, che rappresentano una cifra di circa 60 milioni di euro annui. L’accordo risulta del tutto penalizzante sia per i lavoratori sia per i Comuni, in quanto non è stata ancora fatta alcuna chiarezza sui ristorni e si calcola che il nuovo regime fiscale comporterà un esborso aggiuntivo di circa 3000 euro/anno per ogni frontaliere.” “Inoltre – ha proseguito il consigliere della Lega Nord – l’INPS non ha ancora fornito spiegazioni circa il fondo di 200 milioni di euro: un vero tesoretto costituito con i contributi di disoccupazione versati dai frontalieri ristornati dalla Svizzera all’Italia. Per questi motivi la nostra mozione – ha affermato il rappresentante del Carroccio – chiede al presidente Maroni e alla Giunta Regionale di farsi portavoce presso il Governo per ottenere una pressione fiscale per i lavoratori pari a quella preesistente la Convenzione e affinché si giunga ad un accordo scritto fra Stato e Comuni sulla questione dei ristorni. La mozione invita poi la Giunta ad istituire un tavolo di lavoro con i parlamentari lombardi, Sindaci, Comunità Montane, Province e associazioni dei frontalieri per individuare soluzioni concrete alle problematiche dei territori di confine. Si richiede infine un intervento presso le competenti Autorità elvetiche affinché venga esclusa ogni iniziativa discriminatoria e lesiva nei confronti di cittadini italiani occupati in Svizzera e di aziende italiane interessate al mercato elvetico.”

MARSICO (FORZA ITALIA) – Fra i firmatari il consigliere regionale varesino di Forza Italia Luca Marsico.  «Il Consiglio regionale ha declinato una serie di impegni precisi che vanno nella direzione dell’assoluta tutela degli oltre 60.000 lavorativi italiani frontalieri e delle aziende che operano con la Svizzera – sottolinea Marsico – è necessario rivedere alcuni punti di questo accordo che andrebbe a rivoluzionare equilibri economici e lavorativi, è pertanto indispensabile che il Governo italiano ascolti la voce dei territori di confine che risulterebbero oltremodo penalizzati se le modifiche della Convenzione, attualmente prospettate, entrassero in vigore creando un danno pure ai comuni di frontiera. Si attivi subito il tavolo fra le Istituzioni tutte per addivenire ad una proposta concreta e che consenta di trovare una soluzione funzionale per le parti interessate.»

GAFFURI (PD) – “Votiamo a favore della mozione di maggioranza sui frontalieri, ma la consideriamo molto timida, per quanto riguarda i rapporti con i partiti del Canton Ticino”, lo ha detto Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd e segretario della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica. “La mozione riprende alcuni contenuti di quella analoga approvata dal Parlamento italiano che dà indicazione al Governo di affrontare con la necessaria attenzione la problematica – ha detto Gaffuri nel suo intervento –. E in effetti alcuni riscontri positivi li abbiamo già percepiti, ad esempio nella soluzione della vicenda del pagamento della sanità da parte dei frontalieri, ingiustamente pretesa da Regione Lombardia”. Ora, ha proseguito il consigliere Pd, “siamo in un momento di passaggio che, ricordiamo, non avviene per volontà dell’Italia, ma della Svizzera e in particolare del Canton Ticino. Il quale negli ultimi anni ha fatto un’azione di forza, bloccando i ristorni e chiedendo che il sistema di tassazione dei frontalieri venisse modificato. Fondamentalmente, il Cantone non accettava più di ristornare il 38,8% di risorse all’Italia. Oggi, a leggere bene le novità del nuovo accordo, il Ticino non ha fatto questa grande operazione e non ha ottenuto chissà quali benefici, perché le risorse che rimarranno in Svizzera saranno sostanzialmente le medesime. Ma come succede da noi, questa è in realtà un’operazione di consenso politico che avviene evidentemente anche oltre confine. E viene fatta sulla pelle dei frontalieri”. Per Gaffuri e il Pd, quindi, “oggi approviamo una mozione timida, che vede Regione Lombardia succube del Canton Ticino: i ticinesi alzano l’asticella ogni giorno, dal salto in alto siamo passati al salto con l’asta e la Lombardia chiede se ‘per favore’ possono non fare azioni discriminanti nei confronti di frontalieri e padroncini lombardi. Ma questo è il massimo che possiamo ottenere dall’attuale maggioranza. Se avessimo i numeri utilizzeremo altre espressioni nei confronti dei colleghi ticinesi: in questi anni io stesso, da solo, ho dimostrato di non avere lo stesso timore di un’intera maggioranza verso i colleghi ticinesi”. Tuttavia, il Pd ha voluto sostenere almeno il fatto che “finalmente Regione Lombardia mette nero su bianco la constatazione che il Canton Ticino sta esagerando”, ma Gaffuri ha chiesto almeno di tener conto di alcune importanti richieste fatte dai frontalieri in questi giorni, durante gli incontri con il capo negoziatore del Governo, Vieri Ceriani, “persona che non si è mai sottratta al confronto”, ha voluto sottolineare Gaffuri. “A parte le questioni di carattere fiscale, il vero tema che viene posto dai frontalieri è il fatto di avere diritti simili ai lavoratori italiani: maternità, disoccupazione, qualche barriera ai licenziamenti. L’Italia non può pretendere di regolamentare il mercato del lavoro oltre confine. Ma in una fase come questa, di trattativa, una volta deciso il canovaccio dell’accordo da approvare, sul piatto bisognerebbe mettere quello che interessa davvero i frontalieri, ovvero maggiori tutele. E queste potrebbero essere la soluzione anche al dumping salariale, dunque, allo snodo vero che ci vede contrapposti alla controparte ticinese”, ha concluso Gaffuri.

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Pubblicato il 04 Maggio 2016
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