Il paese ancora senza un candidato

In una lettera aperta il sindaco Gianpiero Ballardin fa trasparire amarezza per la sua vicenda processuale. Chi si candida? “Nessuno”

Avarie

Amarezza, delusione, un pizzico di insofferenza. Queste alcune delle suggestioni nel leggere la lettera aperta di Gianpietro Ballardin, che si firma “sindaco pro tempore di Brenta”.

Lo abbiamo incontrato pochi giorni fa e il contenuto delle sue dichiarazioni era molto vago, proprio come la nota di questa mattina. Oltre a quella che somiglia ad una battuta (chi si candida? Chiedetelo a Grillo) la lettera cerca di fare chiarezza sul panorama di candidati che potrebbe esserci in paese, senza tuttavia arrivare a un dunque.

Alla domanda su quante liste si presenteranno alle elezioni amministrative di Brenta ancora ad oggi non so dare una risposta, probabilmente visto quanto è successo a me, nessuno”, scrive Ballardin.

“Mi è stato chiesto allo stesso tempo, da altre persone che si vogliono candidare in altre realtà, di esprimere una mia opinione o alcuni suggerimenti utili per motivare un percorso amministrativo e raccogliendo questo invito ho così risposto: l’unico suggerimento che mi sento di dare ad un candidato è quello della passione nell’esercizio della funzione che intende esercitare. Può sembrare banale ma non certamente scontato di fronte alle difficili sfide che lo attendono nel senso che avrà a che fare con tematiche molto complesse e si troverà spesso da solo a decidere su temi che non hanno sempre una risposta o a cui non è possibile dare una risposta per effetto dei vincoli, di un eccessiva burocrazia di una insufficiente dotazione di risorse”.
“Dovrà quindi avere la capacità di muoversi verso forme che possano lenire il dolore, dare un minimo di speranza, attuare iniziative che nell’ambito di una ricchezza data dalle forme di volontariato possano aiutare in forma solidaristica il bisogno. Dovrà gestire l’ignoranza, il pettegolezzo, un uso improprio della sua funzione specie nel momento in cui la sua funzione non sarà ritenuta utile per gli interessi elettorali di questo o quel partito. Ciò nonostante, pur se non riconosciuto e raramente apprezzato potrà contare sulla sua coscienza cioè sul fatto che è meglio scegliere di fare pur con il rischio di sbagliare, che il non fare anche se questo può incidere ad alimento di un dibattito che inizialmente rifiuta sempre il nuovo. Lo si deve però fare, a mio avviso, nella condizione di coscienza di un percorso utile alla crescita generale degli interessi del proprio paese e di una realtà più ampia che non si limita solo al proprio paese ma ad una condizione più generale di crescita del territorio. Bisogna avere una reale conoscenza dei bisogni ed una capacità di coinvolgimento che sappia indicare i percorsi prioritari dello sviluppo in cui i diversi attori, ‘amici e nemici’, diventano fattori importanti di conoscenza. Poi le luci si spengono ma rimane l’orgoglio e qualche amarezza nella certezza che senza la passione e una buona dose di sano utopismo sulla possibilità di ‘cambiare il mondo’ non avresti avuto la capacità esercitare un piccolo ma importante ruolo che nel rapporto con la gente rimane quale unica garanzia di uno Stato che inconsciamente sa di poter contare sul lavoro quotidiano di tanti onesti amministratori lasciati soli a gestire la complessa vita dei cittadini”. Gianpietro Ballarin Sindaco pro tempore del Comune di Brenta

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Pubblicato il 03 Maggio 2016
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