Luigi Rossi: un pittore tra Otto e Novecento

Alla scoperta dell'opera di Luigi Rossi, artista ticinese e milanese, la cui collezione è custodita nella casa- museo vicino a Lugano

Arte - Mostre

La Casa Museo Luigi Rossi, nella frazione Capriasca di Tesserete, un paesotto vicino a Lugano, ospita una selezione di dipinti di questo importante esponente della pittura dell’Ottocento. La casa è aperta solamente ogni primo sabato del mese, ma può costituire un punto di riferimento per coloro che non hanno già conosciuto questo autore alla Pinacoteca Zuest di Mendrisio ad esempio, o nella raccolta permanente di Cariplo alle Galleria d’Italia a Milano. Non si tratta di una visita lunga, ma qui ci sono dipinti notevoli come “La massaia” (prima decade del 900) e “Alveare” (1912).

Il massimo studioso vivente di Rossi è Matteo Bianchi, pronipote del pittore e promotore del museo, editore ed importante curatore in Ticino; basti pensare per questo alla curatela di Bianchi della mostra “Leggere, Leggere, Leggere !” che ha portato di recente alla Zuest la splendida produzione del pittore bernese Albert Anker, meraviglioso quanto semisconosciuto agli italiani.

Luigi Rossi però, per fortuna ma anche per orgoglio parentale dello stesso Bianchi, non ha bisogno di sponsor: si tratta infatti di una personalità di rilievo non solo artistico.

Nato a Lugano nel 1853, si trasferisce in tenera età nella sua città d’adozione, Milano; frequenta a Brera i corsi del grande Giuseppe Bertini, e prima dei trent’anni ha già eseguito il suo dipinto maggiormente conosciuto dal grande pubblico: “Una via di Milano” (1881). Lavora anche a Parigi, per circa tre anni, come illustratore, ad esempio a fianco del grande romanziere francese Pierre Loti, per il quale illustrerà l’edizione originale de  La Signora Crisantemo”.

Cuore dell’opera di Rossi resta però Milano, dove con la piena maturità egli si accosta al lavoro del Gruppo degli Acquerellisti lombardi, frequentando Emilio Gola, Paolo Sala, Filippo Carcano e Renzo Weiss.

Protagonista dell’opera del luganese fu anche la prestigiosa Galleria Lino Pesaro di Milano, che nel ’21 ebbe ad ospitarlo in una mostra personale. Questo è interessante anche dal punto di vista storico, perché ci troviamo qui negli anni immediatamente precedenti la Marcia su Roma, quando ancora la Pesaro non aveva inaugurato la stagione della corrente di “Novecento”, avvenuta con la mostra del ’22 . Data dunque questa spartiacque anche in ambito artistico per quei galleristi e quegli autori che, grandi e meno grandi, si schierarono con la cosiddetta Rivoluzione fascista.

Luigi Rossi fu però, politicamente, da tutt’altra parte, avendo frequentato in quegli anni il cenacolo milanese di Filippo Turati ed Anna Kuliscioff, nonché la famiglia del gallaratese Luigi Majno e della moglie Ersilia, fondatrice dell’Asilo Mariuccia. Socialista pubblicamente esposto, vicinissimo agli ambienti milanesi della Società Umanitaria, Rossi fu un attivo collaboratore del periodico “La vita internazionale”.

Alla Casa Museo, che per l’opera dell’artista è un importante spunto, in questo periodo c’è anche esposta “La donna dei fichi” (1904), un olio su tela che la gioielleria Les Ambassadeurs di via Nassa a Lugano aveva recentemente esposto assieme ad uno dei capolavori dell’artista luganese: la versione in grande formato de “La raccolta delle ostriche”, proveniente dalla pinacoteca di Rancate. Qui è anche possibile acquistare la l’ “Atlante” di Luigi Rossi, una recente e completa monografia sull’artista.

                                                        

Casa Museo Luigi Rossi
6950 – Capriasca di Tesserete
Svizzera
www.casamuseoluigirossi.ch
Orari ad ingresso libero: ogni primo sabato del mese dalle 15 alle 18.

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Pubblicato il 20 Maggio 2016
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