Missoni, Art, Colour, il backstage della mostra

Presentata questa mattina alla stampa la mostra dedicata alla maison prodotta dal Museo Maga con l’Archivio Missoni

Arte - Mostre

Il backstage di una mostra è sicuramente la parte più interessante a cui partecipare: spacchettare gli involucri di carta velina bianca liberando così i quadri, sistemarli e pulirli, disporli, organizzare gli spazi. Stirare gli abiti e sistemarli sui manichini, vestirli come bambini targati Missoni. Si, vestiti e Missoni aggiungono sicuramente una buona dose di interesse, soprattutto se stiamo parlando della mostra Missoni, Art, Colour al Fashion and Textile Museum di Londra, esposizione che ha avuto origine ed è stata per circa un anno al MAGA di Gallarate.

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Missoni al Fashion and Textile Museum 4 di 11

Il museo londinese è un simpatico parallelepipedo arancione, con la porta d’ingresso rosa shocking, che rispecchia appieno la personalità della sua fondatrice: Zandra Rhodes, british fashion icon e creatrice del genere punk.

Lo spazio è dedicato,ovviamente, a esporre vestiti di tutte le epoche, mode passeggere o durature, stoffe, stampe e drappeggi, tessuti e colori. La mostra precedente, Liberty in fashion, ha ora ceduto il posto a un brand più  attuale e universalmente conosciuto: Missoni.

Oltre alla modernità, l’altra fondamentale differenza è che, per questa volta, le sale del FTM saranno rilucenti non solo di abiti Missoni, dalla fondazione della casa di moda ad oggi, ma anche di opere di artisti del calibro di Balla, Monnet, Fontana, Vedova.

Se la moda e la morte sono davvero sorelle, forse Leopardi avrebbe dovuto includere nella famiglia anche l’arte, eterno pozzo di idee sia per l’una che per l’altra. In questo particolare caso, le casse contenenti le fonti d’ispirazione missoniane, reduci di un lungo viaggio in camion per Italia, la Francia e l’Inghilterra, sono giunte a Bermondsay, Londra, alle 9.30 di mercoledì 27 aprile.

Scaricate tra l’ eccitamento generale, soprattutto del conservatore del museo, Dennis, e di Bethan, l’exposition designer, sono state accatastate nel piccolo ingresso, meticolosamente aperte e trasportatone il contenuto upstair.

Una volta messe al riparo da muratori e addetti alle pulizie, ancora pericolosamente nel pieno del lavoro, Emma Zanella , direttrice del MAGA, e Monica Faccini, organizzatrice della mostra, hanno attentamente controllato le opere e le hanno posizionate negli esatti posti in cui, lo stesso piovoso pomeriggio, sono state meticolosamente appese sotto lo sguardo di nudi, bianchi manichini senza braccia in cerca del loro momento di gloria.

Fortunate indossatrici di plastica, la loro agonia non è durata a lungo: il giorno dopo Luca Missoni, Angelo Ielmini, Angelo Figus e tutta la loro equipe si sono adoperati per ricoprirle di gonne, pantaloni e pantaloncini, giacche magliette e cappelli, calze e braccialetti e orecchini, collane e guanti, alcuni più lunghi altri meno.

E poi hanno messo le braccia.

Tutto questo sfavillio luccicherà a Londra fino al 4 settembre, a partire da oggi dopo la presentazione alla Stampa di questa mattina.

 

 

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Pubblicato il 04 Maggio 2016
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